Lunedì 21 settembre alle 10 nella sala consiliare il Comune di Chivasso ha convocato la seconda conferenza dei servizi sul piano della bonifica in corso nell’area delle discariche. Convocata dal Comune perché questo procedimento è condotto da Chivasso a differenza dei tanti altri procedimenti in corso nell’area, tutti in capo a Città Metropolitana, come Wastend, l’ampliamento della Chivasso 0 e il progetto di un impianto di lavorazione del percolato. I lavori di bonifica riguardano le discariche Chivasso 1 e Chivasso 2. Sono cominciati nel luglio 2013. Inaspettatamente nell’ottobre 2014 è stata rilevata nelle falde acquifere una quantità di ammoniaca superiore al livello di guardia. Città Metropolitana ipotizza che questo inquinamento sia prodotto dalla “Chivasso 3”: in tal caso il piano di bonifica dovrebbe venire rivisto e esteso a questa discarica. Per SMC invece l’aumento dell’inquinamento è temporaneo, dovuto a fattori contingenti, e i valori torneranno nella norma man mano che la bonifica procede. Non è chiarissima la posizione del Comune di Chivasso. Associazioni e comitati possono chiedere di venire ammessi come uditori alla conferenza e come sempre possono presentare delle “osservazioni”. Il progetto di bonifica vigente, approvato nel 2012 e cominciato nel 2013, prevede cinque anni di lavori e se necessario altri cinque di monitoraggio. Quindi la bonifica potrebbe venire considerata conclusa non prima del 2023, sempre che abbia esito positivo. Benché i lavori siano cominciati solo nel 2013, la questione è sorta molto tempo prima, addirittura nel 2005. E l’anno in cui furono rilevati valori anomali di ammoniaca, manganese e nichel. Ci sono voluti ben sette anni, dal 2005 al 2012, per arrivare all’approvazione del piano di bonifica. Un tempo lunghissimo, mentre i documenti viaggiavano lentamente avanti e indietro tra Comune, Provincia, Arpa, Asl e SMC. La bonifica comprende varie operazioni. Una di queste consiste nell’asportazione del percolato. Si tratta della sostanza liquida che, deteriorandosi, alcuni rifiuti rilasciano e che si deposita sul fondo della discarica. Qui dovrebbe venire arrestata dal telo speciale di plastica e da eventuali altre impermeabilizzazioni. Ma se il percolato è tanto e il suo peso è grande, potrebbe erodere, lacerare, sfondare l’impermeabilizzazione e filtrare lo stesso nel terreno sottostante e nelle falde acquifere. Per questo occorre asportarlo in continuazione e mantenerne bassa la quantità. Inoltre bisogna tenere basso il livello dell’acqua di falda: se essa sale troppo viene a contatto con il fondo della discarica e potrebbe assorbirne le sostanze inquinanti. Per evitare tale rischio la società è tenuta ad effettuare l’“emungimento” dell’acqua di falda, cioè aspirarla e pomparla via. C’è da notare che l’area dove si trovano le falde inquinate è proprio quella in cui dovrebbe venire realizzata la discarica compresa nel progetto Wastend. Ci saremmo aspettati che il Comune di Chivasso chiedesse di sospendere il procedimento Wastend finché la bonifica non fosse andata a buon fine. Al contrario, l’amministrazione continua a sostenere la realizzazione del progetto Wastend, come dimostrano le dichiarazioni rilasciate recentemente dal sindaco alla stampa. Infine stiamo assistendo alla solita dimostrazione di trasparenza, partecipazione e disponibilità dell’amministrazione. Essa ha convocato la conferenza dei servizi del 21 settembre senza avvisare né riunire le associazioni che fanno parte della Consulta ambientale. Nelle news sul sito del Comune non c’è nessuna informazione. Sindaco e vicesindaco non si sono precipitati ad annunciarla ai giornali, come hanno appena fatto quando è stato ripresentato il progetto Wastend. I membri di diritto della Consulta, intendo quelli che fanno parte della maggioranza, come il presidente di commissione Michele Scinica, non parlano. Se si ha pazienza, si riesce a trovare l’informazione sul sito del Comune nella sezione Ambiente sottosezione Discariche. Ma nessuno ha tempo di andare a controllare il sito tutti i giorni per evitare sorprese. Ci risulta che nemmeno questa volta sia stato invitato il sindaco di Montanaro, benché il territorio montanarese sia vicinissimo alle discariche. Città Metropolitana gli usa il riguardo di invitarlo alle proprie conferenze dei servizi. Chivasso no. L’ingegner Ponchia verrebbe e lo ha chiesto. Oltretutto se ne intende. Invece no. “Vengo anch’io!” “No, tu no!” “Perché no?”. Noi non sappiamo il perché. Sappiamo però che il sindaco Ponchia si è “macchiato” di una grave colpa: si oppone al progetto Wastend. L’amministrazione di Chivasso lo tiene alla larga. Nessun invito. Nemmeno un piatto di salmerino. Neanche una colazione in pasticceria, come quella offerta agli undici portoghesi di Lisbona. Niente. Piero Meaglia
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