E’ sicuramente un antico vitigno a bacca rossa, che dà i suoi risultati migliori in Campania e in Basilicata. Stiamo naturalmente parlando dell’Aglianico che in vigna produce grappoli medio - piccoli, a forma sferica, con buccia molto pruinosa, di color blu-nero. Predilige terreni collinari di origine vulcanica e soffre tanto i caldi eccessivi come i notevoli freddi invernali. Per questo le regioni sopra riportate sono luoghi ideali per questi vigneti. In Campania e più precisamente in Irpinia, intorno al paese di Taurasi si produce l’omonimo vino a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), ma anche Doc e Igt della Campania ne prevedono l’uso. in Basilicata invece, il vino simbolo della regione è l’Aglianico del Volture che nasce intorno alla montagna da cui prende il nome. L’origine di questo antico vitigno è di probabile provenienza greca, introdotto poi in Italia nel VII secolo a.C. Testimonianze storico – letterarie sulla presenza di questo vitigno si trovano in Orazio, che cantò le qualità della sua terra natia Venosa e del suo ottimo vino. Non ci sono invece certezze sull’origine del nome, che potrebbe risalire all’antica città di Elea (Eleanico) o dalla parola greca “ellenico” poi trasformata in “allanico” e “aglianico” durante la dominazione spagnola. Al vino Aglianico di Taurasi è stata attribuita per primo, la Docg. Il nome trae origina dalla storica e antica Taurasia. Distrutta dai Romani nel 268 a.C., i quali trasferirono in queste zone una popolazione di Liguri-Apuani, di stirpe celtica e questi, trovando le zone molto fertili, riprendono la coltivazione dei campi e della vite cosiddetta “greca”. Più avanti nel 42 a.C. dopo la vittoria di Filippi in Macedonia, il territorio “Taurasia” viene assegnato ai soldati romani veterani che ivi vinificano la “vitis ellenca” da loro portata dalla Macedonia. Si arriva poi alla dominazione spagnola del 1170 e gli spagnoli, a causa della loro pronuncia, trasformarono il nome “ellenico” in Aglianico. Questo vino matura tardi ed è abbastanza difficile da coltivare e vinificare in quanto i suoi tannini richiedono tempo per essere ammorbiditi,ma la giusta acidità assicura la sua durata nel tempo necessario affinché venga “levigato”. Inimitabili sono i sentori di viola, di amarene, sottobosco e piccoli frutti. L’Aglianico del Volture, prodotto sulle colline con terreni vulcanici in provincia di Potenza, tra i 200 e i 500 metri sul livello del mare, è uno dei migliori vini da abbinare agli arrosti; ha come il precedente necessità di un invecchiamento di circa tre anni o anche di cinque (in questo caso riporta la dicitura “riserva”) per presentarsi al meglio. I diversi componenti di questo vino sono in perfetta armonia fra loro e questo equilibrio viene appunto esaltato di più dal periodo di invecchiamento in botte prima e in bottiglia poi. Il colore del vino è di un rosso intenso con riflessi aranciati; il profumo vinoso e delicato; il sapore asciutto, sapido, elegante, armonioso che tende al vellutato con il passare degli anni.L’AGLIANICO un “rosso antico”
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.