Il sindaco se ne va a casa oppure no? Un paio di mesi sono già bell’è passati dallo strappo della componente renziana del Pd, capitanata niente meno che dal Presidente del consiglio Elisabetta Ballurio e dal capogruppo (sempre del consiglio) Fabrizio Dulla, audaci e sufficientemente prolissi, coraggiosi quel tanto che basta, nel chiedere un passo indietro del vicesindaco Enrico Capirone. E invece? Complice la “Gran scampagnata” al Festival dell’Unità, si è passati ai lunghi, lunghissimi silenzi, anche su facebook, luogo prediletto da molti per il lancio dei coltelli e degli insulti. Che cosa gli si imputava all’uomo con delega al lavoro, bilancio e lavori pubblici e chi più ne ha più ne metta, insomma al personaggio più “tuttologo” di tutti i tempi? Per esempio d’aver mal gestito la questione legata all’amianto nelle scuole e ancor peggio il CIC, non foss’altro che sedeva nel consiglio di amministrazione della Ribes Servizi, che si è fusa nella Filo Asm, che è diventata Filo Spa, che è stata messa in liquidazione con il passaggio di molti dipendenti al Cic che ora è in liquidazione e che, nell’ambito di un’operazione orchestrata dal CSI Piemonte (nel cui cda siede proprio Capirone) verrà acquistata ad 1 euro da un privato. In verità niente di nuovo sotto il sole, considerando che in Italia di aziende salvate “all’italiana” se ne contano a migliaia. Quello che stupisce oggi, semmai, è che alla gran cagnara non è seguito alcunchè. I cosiddetti renziani, cioè quelli che non si sentono più dal mese di luglio, le volevano o non le volevano le dimissioni di Capirone, o quanto meno che Capirone facesse un passo indietro riconsegnando una delle tante deleghe (lavoro, bilancio, lavori pubblici) al sindaco? Non è più o meno questo, quello che era venuto fuori o se si preferisce, quel che avevano capito giornalisti e cittadini? Dio solo sa quanto avrebbero voluto vedere, se non tutto il film, almeno un trailer sullo spargimento di sangue. Resterà loro in testa poco, quasi niente, o forse solo l’immagine di un Pd litigioso, inconcludente, incapace di fare pulizia, insomma, indegno di governare. Lontana dal comune sentire la guerriglia che potrebbe andare avanti sino al 2018, scadenza naturale del mandato, tra voli pindarici, false dichiarazioni, tattiche e cerchiobottisimi di antica memoria. Tutto normale? Assolutamente sì in una città che pullula di veri “cattomunisti”. L’unico posto di tutta la provincia in cui ancora si stan cercando i diesse dispersi, stritolati o semplicemente cancellati dalla fusione con i democristiani della Margherita... E meno male che erano i comunisti a mangiarsi i bambini. Ne vogliamo parlare, oppure no, dei comunisti mangiati dai democristiani e dai democristiani che si mangiano tra di loro? Perchè non con un bel dibattito alla Festa dell’Unità?
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