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27 Agosto 2015 - 14:52
vino
La viticultura della Sicilia, per molti anni finalizzata all'ottenimento di vini da taglio (alta gradazione e grossi quantitativi) ha fatto negli ultimi anni progressi notevolissimi, raggiungendo ragguardevoli risultati in campo enologico. La struttura dei vini siciliani, dovuta sia al tipo di vitigni che all'ambiente pedoclimatico, accompagnata al miglioramento qualitativo e all'affinamento delle tecniche enologiche, ha fatto sì che molti prodotti si siano ormai imposti a pieno merito sui mercati nazionali ed internazionali. Il Cataratto (sia nella versione Cataratto Bianco Comune che nella versione Cataratto Bianco Lucido) è certamente uno dei più importanti vini storici della Sicilia dove si coltiva da tempi immemorabili. Detto dal volgo “Catarattu vrancu” viene descritto da scrittori importanti qualil Capuani (1690) o Sestini (1760) ed altri ancora, come vino eccellente e largamente diffuso sull’isola. Per il vero le zone a più alta concentrazione sono quelle della provincia di Trapani e Palermo, ma lo troviamo un po’ ovunque tanto che è statisticamente il vitigno a bacca bianca con la superficie più alta in Italia subito dopo il Trebbiano. Il Cataratto si produce in purezza ma per lo più viene utilizzato con altre varietà della zona. Entra infatti nell’uvaggio di quasi tutti i bianchi dell’isola e viene utilizzato anche per la produzione di vini liquorosi come il Marsala e il Vermouth. Denominazioni che ne prevedono l’impiego in purezza con la sotto-specificazion, sono l’Alcamo Doc, il Monreale Bianco Doc e il Santa Maria di Belice Doc. Le caratteristiche salienti dei vini a base di Cataratto sono la freschezza, la buona acidità e i profumi fruttati e floreali. La sua degustazione avviene dopo aver stappato la bottiglia mezz’ora prima per favorire l’ossigenazione di eventuali note di riduzione dovute al processi di vinificazione. Si può utilizzare un calice di medie dimensioni e sufficientemente largo per favorire la diffusione dei profumi. Temperatura di degustazione 10° C per il vino fermo, mentre per la versione spumante le temperature di servizio sono di 6-8° C e i bicchieri più ampi. In generale il Cataratto si abbina con pietanze leggere e delicate, come ad esempio, gli antipasti di mare o a base di affettati, le verdure o i primi piatti a base di pesce; si abbina anche a piatti di portata a base di crostacei, pesce in generale, ma anche carni bianche in preparazioni delicate. All’esame visivo, il Cataratto si presenta generalmente di color giallo paglierino più o meno intenso, di grande trasparenza, con spuma fine e persistente nel caso della tipologia spumantizzata. All’esame olfattivo presenta note fruttate delicate di pesca bianca con note anche floreali di gelsomino e fiori di prato. Si nota anche un sottofondo delicatamente agrumato soprattutto nelle versioni spumantizzate. Infine all’esame olfattivo, il Cataratto si presenta con una spiccata sapidità, leggero, morbido, ma sostenuta da una decisa acidità. E’ equilibrato e abbastanza persistente, con chiusura minerale e con ricordi freschi e floreali.
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