Tempo di ferie per milioni di persone che lasciano le loro case per raggiungere le agognate mete turistiche; da anni tuttavia il fenomeno migratorio umano estivo si accompagna ad un atto che di umano ha poco: l’abbandono dei cani. Probabilmente coloro che abbandonano i cani non si rendono conto che stanno lasciando a terra un pezzo di storia dell’umanità. Milioni di anni fa alcuni antenati del nostro Fido si avvicinarono all’uomo attratti probabilmente dai resti del suo cibo, ma istintivamente guidati dalla necessità di stringere alleanza con una specie che stava diventando dominante, per affrontare solidali la sfida della vita sulla Terra. A posteriori forse possiamo giudicarla come una scelta opportunistica, una scelta dettata dalla necessità di sopravvivenza, ma la storia di questo millenario sodalizio ci dice che quel giorno l'uomo trovò un compagno che l'avrebbe sorretto lungo tutto il cammino della sua evoluzione. Nel corso del tempo il cane ha mostrato la sua versatilità e l’uomo l’ha sfruttata per le missioni più disparate: dal salvataggio di vite umane in acqua al recupero di alpinisti dispersi in alta quota, all’impegno a fianco delle forze dell’ordine in operazioni rischiose, al rintracciamento di ostaggi; con l’avvento della società industriale e poi informatica e delle loro schizofrenie abbiamo sviluppato nuovi ed inaspettati bisogni e patologie e nel cane ancora una volta abbiamo trovato ulteriori risorse perché il cane lenisce le sofferenze psicologiche dei suoi padroni, resta al fianco degli anziani in solitudine, aiuta i bambini a crescere in modo più equilibrato durante il loro sviluppo. Alcune persone, nel lasso di pochi istanti, bruciano una storia di amicizia e abnegazione che dura dalla notte dei tempi. Ma l’abbandono è solo l’inizio di una serie di sventure per gli amici a quattro zampe traditi: secondo un’indagine svolta da Repubblica un po’ di tempo fa, i cani abbandonati vengono recuperati e destinati in canili dove spesso sono tenuti in condizioni pessime e diventano oggetto di contrabbando verso l’estero con la scusa di false adozioni; in realtà la destinazione finale è la produzione di pellicce o carne in scatola. In Italia ci sarebbero più di 600.000 cani randagi di cui oltre un terzo ricoverati nei canili con un costo sociale molto alto. I Comuni anziché avere delle strutture proprie stipulano delle convezioni con società private che impongono tariffe a volte proibitive. Il nostro Comune naturalmente non è esente: convenzione stipulata dal Sindaco con il canile di Barbania, costo: 15.000 euro all’anno per circa una dozzina di cani. Quando si abbandona un amico si paga un prezzo molto alto.
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