Una nuova lettera dell’Ordine dei Geologi alle associazioni ambientaliste chivassesi riapre la tormentata vicenda dell’incarico che nel dicembre scorso il Comune ha affidato in modo diretto a due professionisti, l’architetto Giovanni Durbiano e il geologo Giuseppe Genovese, per la redazione di studi preliminari alla revisione del piano regolatore. Costo complessivo 39.332 euro. Consegna degli elaborati entro otto mesi, cioè questo mese. Gli ambientalisti avevano già interpellato l’Ordine dei Geologi una prima volta, osservando che il disciplinare d’incarico non distingueva con precisione compiti e compensi dei due professionisti. L’Ordine aveva dato loro ragione, sottolineando che così com’era concepito l’incarico poteva configurarsi come un “subappalto” dell’architetto al geologo, vietato dalla normativa. Una figuraccia per il Comune, che aveva dovuto correggere il disciplinare e approvarlo con una nuova determina nel mese di marzo. Ma neanche la nuova determina era impeccabile. Il Codice degli appalti proibisce il “frazionamento” degli incarichi: quell’espediente con cui si spezzetta il lavoro in tanti piccoli incarichi per restare ogni volta al di sotto della cifra che imporrebbe il bando di gara. Nuova richiesta di parere da parte degli ambientalisti all’Ordine dei Geologi. L’Ordine dà nuovamente loro ragione. Per la verità, l’Ordine non muove nessuna accusa di frazionamento, perché non c’è ancora stato un secondo incarico e quindi non è stata commessa alcuna irregolarità. Però rileva che gli studi affidati a Durbiano e Genovese, essendo preliminari alla elaborazione di una variante generale di piano regolatore, hanno senso solo se saranno seguiti da altri incarichi per completare la revisione del piano. Scrivono i geologi: “le attività contemplate nell’oggetto dell’incarico affidato, per ciò che concerne gli aspetti di tipo geologico, sono solo una parte di quelle occorrenti…al perfezionamento dell’iter approvativo di variante” Se non venissero completati con altri studi “i dati idrogeologici acquisiti si ridurrebbero a puro esercizio conoscitivo, senza alcuna possibilità di tradursi in efficacia normativa”. Quindi, concludiamo noi, se l’amministrazione vuole veramente rivedere il piano regolatore, come il sindaco Libero Ciuffreda promise nel suo programma elettorale, dovrà affidare altri incarichi incorrendo nel “frazionamento” vietato dalla legge. Vi incorrerebbero anche le future amministrazioni, perché, come precisano i geologi, l’enunciato del divieto “non reca alcuna limitazione temporale di validità”. Ma l’amministrazione vuole veramente cambiare il piano regolatore? Anche Marco Marocco, consigliere del Movimento 5 Stelle, aveva chiesto chiarimenti al sindaco circa l’incarico ai due professionisti. Ebbene, la risposta del Comune contiene una frase non proprio facile da tradurre dal burocratese. Ma, per quel che si capisce, l’amministrazione sembra affermare: non abbiamo più tempo, il nostro mandato sta per scadere, possiamo solo fare questi piccoli studi preliminari affidati ai due professionisti. Tante grazie: ma allora perché l’amministrazione non ha cominciato nel 2012, ad inizio mandato? Perché ha aspettato la fine del 2014 per pensarci? A che serviranno gli studi di Durbiano e Genovese? A vantarsi a fine mandato di avere avviato la revisione del piano? Un amministratore che si comporta da “buon padre di famiglia” non spende quasi 40.000 euro di soldi pubblici per cominciare un lavoro che sa già di non poter condurre a termine. Lascia che se ne occupi la prossima amministrazione, che entrerà in carica nella primavera del 2017. La quale potrebbe avere altre idee, potrebbe non apprezzare il lavoro dei due professionisti, potrebbe considerarlo non coerente con il proprio programma, ma si troverebbe nell’imbarazzo di avere nel cassetto degli studi già costati una bella cifra ai chivassesi. Nella risposta a Marocco l’amministrazione ribadisce che l’affidamento diretto ai due professionisti è perfettamente legittimo, perché al di sotto dei 40.000 euro la legge non obbliga al bando di gara. Sì, d’accordo, le legge non obbliga ma nemmeno vieta. Se avesse voluto ispirarsi al principio di trasparenza, l’amministrazione, per un lavoro che riguarda un tema importante come il piano regolatore, avrebbe dovuto pubblicare un bel bando di gara aperto a tutti i professionisti. Citiamo la trasparenza perché è proprio il sindaco, nel programma elettorale, a parlare di amministrazione alla luce del sole: “Un’Amministrazione alla “luce del sole” non può non porre particolare attenzione alla gestione degli appalti pubblici, promuovendo regolamenti e procedure che favoriscano il massimo della concorrenza e trasparenza, soprattutto per quanto riguarda gli appalti di beni e servizi sotto soglia”. Le solite ultime parole famose? Dal 10 al 29 agosto è sospesa la sosta a pagamento presso tutte le zone blu della città
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