Incredibile ma vero. Alle 18,30 era convocato il consiglio comunale, ma alle 18,25 non era ancora arrivato sul tavolo del sindaco il parere dei revisori dei conti. All’ordine del giorno del consiglio comunale, tenutosi venerdì scorso, c’era, nientepopòdimenoche, la vendita alla CSP?Spa, della quota (il 24,91 per cento), posseduta dal Comune nel Cic, il Consorzio per l’informatizzazione del Canavese. Quanto gli danno? Un euro! Prendere o lasciare. Il privato però si accollerà i debiti (e sono tanti) e assumerà uno a uno tutti e 126 i dipendenti. Fermi tutti! E’ arrivato il parere... E cosa dice? “Negativo!”. “Come negativo?”, si è subito messo a urlare il primo cittadino Carlo della Pepa, neanche l’avesse morso una tarantola. “Leggi qui! E’ proprio scritto così...N-E-G-A-T-I-V-O”. Roba da non credere... Roba da farsi venire il sangue alla testa. Roba da andarsi a nascondere dalla vergogna... E sia...! In consiglio però apriti cielo. Dai banchi dell’opposizione Francesco Comotto ha cominciato a dirgliene di tutti i colori. “Vai a casa sindaco! E’ tutta colpa del Pd! Dov’è Capirone? Si dimetta anche lui! Vergogna! Vergogna tutti quanti...”. Gliene ha dette talmente tante, e così ben circostanziate, da trascinarsi dietro tutto il Pd renziano, da Elisabetta Ballurio a Fabrizio Dulla, passando per Elisa Mulas e Paolo Bertolino, che peraltro il giorno dopo, affidandosi ad un comunicato stampa, anche loro e senza tanti giri di parole, han chiesto le dimissioni del vicesindaco, nonchè compagno di partito, Enrico Capirone, non foss’altro che in tutti questi anni qui, non per finta, è stato al Cic come il cacio sui maccheroni. E in consiglio? Si dirà: avranno tutti votato contro! Macchè! Blasotta dei cinquestelle,?Elvio Gambone e Diego Borla si sono astenuti, gli altri, compreso Comotto, dopo le scaramucce, si son messi a lavorare per modificare, aggiustare, riconfezionare, infine approvare la delibera e la convenzione, tra le altre cose dicendo un bel “no” alla scelta di affidare a CSI Piemonte (che è socio e debitore di CIC per la bellezza di 234.800 euro) la stesura del bando di gara per la vendita di tutto l’ambaradan. “C’è conflitto di interessi”, ha messo in chiaro Comotto. “Meglio un soggetto esterno... Ancor più se si considera che nel cda del CSI siede il vicesindaco Capirone...”. Insomma gira che ti rigira, c’è sempre lui... Assenti per ferie, oltre al vicesindaco Capirone (sarà un caso...), pure Maurizio Perinetti, Erna Maria Restivo e Duccio Sassano. Tra i banchi della minoranza, invece, mancavano Tommaso Gilardini, e Alberto Tognoli, quest’ultimo sull’Aventino. “Non ho partecipato per protesta. E mi dimetterò pure dalla commissione consigliare istituita proprio per analizzare la complessa vicenda Cic, andando alla ricerca di eventuali responsabilità oggettive e soggettive mai decollata ( “evidentemente per non infastidire i manovratori...”). Arrabbiato come una jena per un consiglio comunale convocato in fretta e furia senza alcuna documentazione per poter prendere una decisione responsabile. “Ancora una volta - commenta - il sindaco diventa alfiere dell’istituzione comunale quando gli fa comodo spartire responsabilità che sono tutte sue e del suo partito. Ancora una volta si vuole sfruttare il condivisibile sentimento di solidarietà verso i lavoratori del Cic. per legittimare con un voto consigliare trattative che sono state tenute all’oscuro di tutti sino al giorno del consiglio, lavoratori e sindacati ovviamente compresi....” Tognoli punta anche il dito sul Pd, epicentro di una serie di decisioni funeste (“se la votino loro la delibera”) e su un sindaco a suo dire più preoccupato a “cancellare, con la vendita a Csp, l’esposizione debitoria di Ivrea in quanto socio” . Dello stesso avviso, fino a prima del consiglio, anche Francesco Comotto. Non sapeva se ridere o mettersi piangere. “I documenti - scriveva - li abbiamo chiesti alla conferenza dei capigruppo ma non ci è stato inviato nulla. Ci hanno solo consegnato una bozza di convenzione, con i maggiori soci di CIC e una bozza di delibera con degli errori, liquidati con un po' troppa leggerezza, come "letterali". Niente! neanche una copia del bilancio redato dal liquidatore e approvato il 31 maggio. “Abbiamo chiesto al sinaco se i lavoratori e i sindacati fossero stati resi partecipi della vicenda: ci ha detto di sì e poi abbiamo saputo che non era vero...” Per Comotto, comunque, c’è un giallo da risolvere. “Perchè una società pubblica non è stata in grado di reggersi in piedi e un’azienda privata potrebbe addirittura fare business? La fretta è sempre una cattiva consigliera. Abbiamo chiesto fino all'ultimo al Sindaco di ripensarci e di prendere tempo per non lasciare nulla al caso. Il Consiglio Comunale si poteva fare anche ad agosto.”
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.