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CHIVASSO. La discarica si alza ancora

CHIVASSO. La discarica si alza ancora

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Si è svolta giovedì 16 luglio in Città Metropolitana la seconda conferenza dei servizi sul progetto di ampliamento della discarica “Chivasso 0” di SETA spa. La società ha presentato il progetto come un “rimodellamento temporaneo”. In realtà, si tratta di depositare sulla sommità della discarica altri 36.684 metri cubi di rifiuti. In questo modo l’altezza crescerebbe in media di 3,88 metri. Quindi un vero ampliamento: ma SETA sostiene che sarebbe solo temporaneo, perché il peso dei nuovi rifiuti gradualmente schiaccerebbe quelli esistenti, facendo rientrare la volumetria e l’altezza nelle dimensioni finora autorizzate. Nella prima conferenza di gennaio il sindaco di Montanaro Giovanni Ponchia espresse la propria contrarietà, mentre il vicesindaco di Chivasso Massimo Corcione chiese solo che si facesse in fretta, rivelando una posizione ben poco ferma dell’amministrazione: alla faccia di due documenti richiamati da Ponchia. Il primo è la delibera provinciale del 2008 che diceva basta a ulteriori ampliamenti: della Chivasso 3, d’accordo, ma in base alla considerazione che tutta quanta l’area circostante era giù troppo compromessa. Il secondo è la delibera del consiglio comunale del luglio 2010, la quale esigeva che gli ampliamenti richiesti fossero “da considerarsi conclusivi non solo per la Chivasso 3 ma per l’intero territorio comunale”. Senza dimenticare l’impegno assunto da Libero Ciuffreda in campagna elettorale di attuare una “moratoria degli insediamenti con impatto ambientale negativo”. Vedremo presto, quando il verbale della conferenza sarà disponibile, se il Comune ora ha pronunciato un giudizio più chiaro. Il progetto non ha convinto i tecnici di Città Metropolitana: essi temono che i nuovi rifiuti non si compatteranno nella misura prevista da SETA e che il loro peso metterà a repentaglio la stabilità della “collina”. Pertanto hanno chiesto degli approfondimenti, che SETA ha inviato loro il mese scorso. Intanto, Terrasana ha presentato le proprie osservazioni alla relazione del professor Oggeri, consulente di SETA. Troppe cose non convincono Mauro Frigato, Paolo Zandarin e gli altri membri dell’associazione. Non li convincono le soluzioni prospettate per evitare il franamento delle scarpate sotto il peso dei nuovi rifiuti. Inoltre, il professor Oggeri, consulente di SETA, basa i suoi calcoli su condizioni “drenate”, senza mettere in conto che eventuali bombe d’acqua potrebbero superare la capacità di drenaggio dell’impianto. La pendenza delle scarpate, pur ridotta dal 27 al 24%, è ancora eccessiva e pericolosa per la stabilità. La cessazione dei conferimenti è prevista per la fine del 2016 mentre la realizzazione del capping, che dovrebbe essere immediata, è rimandata alla metà del 2018. Perché? Terrasana aggiunge la lista dei tanti carichi ambientali che colpiscono Chivasso. L’associazione ne segnala altri due, non menzionati nei documenti precedenti. Il primo è costituito dalla presenza di “materiale contenente amianto” negli edifici del PiChi, l’ex stabilimento Lancia: la rimozione è monitorata e condotta sotto il controllo di ARPA e SPRESAL, ma non terminerà prima del 2019. Il secondo riguarda lo stabilimento Rivoira di Stradale Torino. L’insediamento compare nel sito di Città Metropolitana di Torino nella sezione “Rischio industriale” con il relativo e dettagliato “Piano di emergenza”. Il Piano di Protezione Civile e il PRGC di Chivasso lo definiscono “un’azienda a ‘Rischio di incidente rilevante’. Un comunicato del Comune del giugno 2014 rileva che l’”area rimane particolarmente critica tanto che la messa in sicurezza e l’accesso al passaggio a livello sono inseriti nel Piano Seveso 2, a causa della presenza di gas lavorati nell’azienda”. Nell’aprile 2015 la giunta ha approvato il progetto preliminare per la realizzazione di una viabilità alternativa a Nord della ferrovia. Ma si tratta solo di un “preliminare” che dovrà venire sottoposto a RFI i cui tempi non sono mai brevi. L’elenco di Terrasana è ormai lungo e delinea un quadro preoccupante delle condizioni ambientali del territorio: un monito a Città Metropolitana. Ma anche all’amministrazione Ciuffreda, che, come se non ce ne fosse già abbastanza, continua a sostenere il progetto Wastend, comprensivo di una nuova grande discarica.
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