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CHIVASSO. Vincono gli ambientalisti

CHIVASSO. Vincono gli ambientalisti
Colpo di scena nella vicenda della roggia Campagna, il corso d’acqua che da Montanaro scende lungo le discariche di Chivasso, corre lungo il lato Sud dell’area Chind, poi raggiunge Borghetto e Betlemme e infine sfocia nel Po al confine con Verolengo. Nell’area discariche dovrebbe nascere quella nuova da un milione di metri cubi compresa nel progetto Wastend, e in un terreno Chind dovrebbe venire costruito il vero e proprio impianto di riciclo dei rifiuti. Ecco perché è importante stabilire se la roggia è “acqua pubblica” o no: nel primo caso i vincoli sono maggiori e sono più numerosi i soggetti a cui si devono chiedere autorizzazioni e pareri. E a Chivasso deve esprimersi la Commissione paesaggistica. Da quando si parla del progetto Wastend è in corso uno scontro fra le associazioni ambientaliste e il Comune. Le associazioni sostengono il carattere “pubblico” della roggia basandosi su tanti documenti pubblici, a cominciare dal Regio Decreto del 1933 che classifica al n. 369 la “Bealera di Montanaro e Chivasso” come acqua pubblica in tutto il suo corso. Il Comune invece la considera non pubblica nel tratto lungo le discariche e lungo Chind: in base a questa interpretazione, i nuovi impianti non si dovrebbero attenere alla fascia di rispetto di 150 metri e i progetti non dovrebbero passare in Commissione paesaggistica. Bene, il colpo di scena sta nel nuovo Piano Paesaggistico della Regione Piemonte adottato il 18 maggio dal Consiglio regionale. E non è nemmeno tanto un colpo di scena, a ben vedere, dal momento che il piano non fa che confermare il Regio Decreto del 1933 con lo stesso numero 369. Con lo stesso nome di “Bealera di Chivasso e Montanaro”. Indicando che in documenti ufficiali successivi è chiamato indifferentemente gora di Chivasso e gora Campagna. Ma soprattutto ribadendo la fascia di rispetto. Per la Regione la roggia è infatti tutelata dall’art. 142, comma 1, lettera c) del D.Lgs. 42/2004: “i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna”. Tra parentesi: impianti e costruzioni che ci sono lungo la roggia rispettano tutti la fascia? Il piano contiene però un errore nelle cartografie: il tracciato della roggia, dopo avere fiancheggiato le discariche, si arresta improvvisamente al Coccarello (e l’acqua della roggia allora dove va a finire?). Mentre tutti sappiamo che continua fino a Borghetto, Betlemme e il Po. Lo sa persino il Comune, che sta progettando lo scolmatore “della roggia Campagna” in zona Borghetto. Ci aspettiamo che l’amministrazione segnali subito l’errore alla Regione. C’è tempo fino a metà agosto. Anche da questo misureremo il suo impegno nella tutela del territorio e dell’ambiente. Dai fatti, non dalle parole.
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