A Brandizzo li vedi un giorno sì e l'altro pure. Con la pettorina arancione catarinfrangente, ma spesso può essere anche blu, a seconda delle circostanze. Si spostano da un lato all'altro del cavalcavia ferroviario, fanno su e giù per le vie in sella al motorino aspettando il momento buono per agire, incuranti di trovarsi proprio vicino alle scuole o a due passi dal Comune. Sono giovani e sono i falsi tecnici dell'Enel, dell'Iren e di qualsiasi altra azienda del settore dell'erogazione dell'energia elettrica o del metano. La dinamica con cui agiscono è sempre la stessa: suonano il campanello e quando apri la porta ti guardano con occhi ammiccanti e sorriso a 32 denti. Con domande improbabili ed una scusa ti chiedono di entrare e ti fanno dire cosa hai in casa. “Signora, scusi il disturbo, abbiamo ricevuto la segnalazione di un guasto al tubo del gas possiamo dare un'occhiata?”, “Signore scusi la domanda ma abbiamo bisogno di sapere se in casa sono presenti casseforti e metalli preziosi. Dobbiamo valutare la presenza di interferenze elettromagnetiche e dobbiamo saperlo...”. I più fortunati, capito l'inganno, riescono a scacciarli. Ai più ingenui, ma soprattutto agli anziani, portano via tutto quello che di prezioso hanno. Soldi, gioielli, medaglie antiche. E se da un lato sono ormai diverse le segnalazioni di questo tipo arrivate ai vigili urbani, dall'inizio dell'estate molti sono anche i brandizzesi che hanno avvistato ragazzini aggirarsi in moto con fare sospetto. “Fanno su e giù per la stessa via più e più volte - raccontano alcuni -. Sembra che aspettino il momento giusto per fare qualche bravata”. Altri, per suggestione ma forse no, lamentano persino la comparsa di strani simboli accanto ai citofoni. “Saranno per caso i segni degli zingari?”, si chiedono. Che lo siano o no, ormai poco importa, la “caccia” al truffatore, a Brandizzo, è ormai aperta. Parlando con la gente, infatti, la percezione è quella di una totale mancanza di sicurezza: i brandizzesi hanno persino paura di aprire al postino…
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