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Allagamenti a Nomaglio. A processo il Sindaco sbagliato

Allagamenti a Nomaglio. A processo il Sindaco sbagliato

Una storia paradossale. Sulla fine degli anni '90 il Comune di Nomaglio accede ad un bando regionale da cui attinge i fondi per eseguire opere post alluvionali in seguito alle pericolose esondazioni di quel periodo. Realizza le opere che consistono nel convogliare le acque da monte in un rio che si ingrossa e si ingrossa scaricando sul terreno di un privato. Trattasi di Alberto Isolato, pensionato residente ad Ivrea che nel caratteristico paesino torna a rifugiarsi di tanto in tanto, nella sua seconda casa. Il cittadino indignato giustamente s'arrabbia, porta pazienza, poi batte i piedi. "Basta" si dice e decide di rivolgersi ad un avvocato, Celere Spaziante. Incarica un geometra, presenta una relazione tecnica, documenta i danni. Ma nulla cambia. Decide allora, nel 2009, di sporgere denuncia contro il Comune e si costituisce parte civile, nall'ambito del processo, per chiedere un risarcimento danni per tre capi d'accusa: invasione di terreni, danneggiamento e allagamento.

A processo, secondo gli atti del tribunale, finisce quindi il Sindaco, in quanto responsabile della sicurezza e della salute pubblica. Ma quello "sbagliato". Ovvero Wilmer Cresto Miseroglio, amministratore di lungo corso nel piccolo paesino e attuale Vicesindaco, difeso dall'avvocato Enrico Scolari. Il giudice Marianna Tiseo, durante l'udienza tenutasi giovedì scorso, ha preso quindi atto dello sbaglio e ha assolto l'imputato per "non aver commesso il fatto", accogliendo le richieste del Pm Roberta Bianco perchè "all'epoca – come ha sottolineato lo stesso magistrato - il Sindaco non era lui bensì Ellade Peller", che peraltro lo è tutt'oggi. Non solo. Il giudice ha accolto le richieste del legale difensore condannando anche il querelante al pagamento delle spese processuali sostenute dal "Sindaco sbagliato". E' il proprio il caso di dirlo: oltre il danno anche la beffa. Ma il cittadino indegnato non vuole fermarsi. Probabilmente ricorrerà in Appello o in sede civile.

"Il fatto è questo – ha riferito invano l'avvocato di parte civile Celere Spaziante -. Incontriamo il Comune che confessa il disastro ed ammette che il muro non doveva essere edificato. Mi danno degli appuntamenti per risolvere il problema... Mai più sentiti. Eppure hanno costruito su un suolo privato, senza una procedura di esproprio. Cosa ci rimane da fare? Abbiamo querelato, e dopo averli avvisati. Non salgo su una tribuna politica ma qui si tratta di un cittadino leso dalla pubblica amminsitrazione. I danneggiamenti, risultato di quei lavori svolti sotto l'egida di Peller si verificano ogni volta che piove e anche Cresto non ha fatto nulla per mettere fine a questa situazione".

 
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