Ci sono argomenti di cui si parla molto, mentre di altri non si parla affatto. In questo mio piccolo spazio, cerco ogni volta di trattare argomenti o punti di vista che i media trascurano, spesso volutamente. Pur comprendendo la natura locale del giornale spesso tratto argomenti non locali. Per alcuni questo equivale a “fare propaganda” , spesso infatti gli argomenti nazionali sono più sentiti di quelli locali, ma in realtà c'è una regola universale che dice: il locale può non essere globale, ma il globale è sicuramente locale. Tutto quello che oggi ci accade intorno, nel bene o nel male, nel positivo o nel negativo, è possibile grazie ad un concetto che noi europei diamo ormai per scontato: la pace. Da diverse generazioni, l'europeo medio non vede guerre alla propria porta, e come per la salute, la da' per scontata. Non è così, la pace è un costante e faticoso lavoro che si snoda tra i lustri della storia, e oggi più che mai è divenuta precaria. Renzi, in questo caso, se intervistato , direbbe che il contratto della pace è però a tutele crescenti, ma qualcuno non è d'accordo. Il Bulletin of the Atomic Scientists dal 1945 in avanti, ha creato un orologio simbolico che tiene traccia della distanza in minuti dall'apocalisse. Durante la guerra fredda, l'orologio arrivò a pochi minuti dalla mezzanotte, raggiungendo il limite dei due minuti nel 1953, quando l'Urss testò la prima bomba H. Pian piano che la tensione tra i blocchi USA/Urss andava allentandosi, anche il pericolo dell'apocalisse andava scemando, e l'orologio veniva indietreggiato di svariati minuti, arrivando a ben diciassette dalla mezzanotte nel 1991, il periodo più “sicuro” per il mondo. Quello che la maggioranza della popolazione non sa è che quest'anno, gli scienziati hanno portato l'orologio a soli tre minuti dalla mezzanotte. Siamo, come nel 1953, sull'orlo dell'apocalisse. Le due questioni spinose sono i cambiamenti climatici e la guerra contro la Russia-Cina. Tra un talk show e l'altro, tra una ricetta della Parodi e le avventure del cane Poldo di Studio Aperto, si sono dimenticati di dirci che la Nato è fisicamente ai confini della Russia ad Ovest e della Cina ad Est. La fase preparatoria della guerra è già iniziata, sanzionando la Russia e congelando i loro capitali in Occidente. Allo stessi tempo il premio Nobel per la pace Obama, autorizza l'invio di armi pesanti in Ucraina e missili ICBM tattici da dislocare in Europa e nelle ex repubbliche Sovietiche. Ovviamente sia la Russia che la Cina non sono disposti a stare a guardare è stanno rafforzando il potenziale bellico. Perchè tutto ciò? Gli Stati Uniti, apparenze a parte, non versano in buone acque. La loro economia sta per essere surclassata da quella cinese, ma , allo stesso tempo, gli Usa si ritrovano ad avere l'esercito più potente del mondo. Secondo voi un cow-boy con la pistola carica e senza un quattrino in tasca a cosa pensa? Ve lo suggerisco io: “se abbiamo conquistato il far-west, conquisteremo anche far-est“. Nel bel mezzo di tutto ciò ci siamo noi Europei e va ricordato che la nostra amata America ha sempre guadagnato dalle guerre combattute sul nostro territorio . Se anche il Vaticano, per voce del Papa, emette un'enciclica storica per sottolineare la gravità della situazione, forse è bene aprire gli occhi. Nell'era moderna l'unico vero nemico è la guerra stessa! Non ci resta che sperare che i discepoli di Edward Teller, il vero dottor Stranamore , rinsaviscano per tempo. Viceversa, posso immaginare che tipo di conclusione potrebbero trarre. Una guerra totale ridurrebbe la popolazione mondiale drasticamente, mettendo sotto controllo il problema climatico. Gli avversari economici sarebbero annientati e finalmente i sopravvissuti vedranno sorgere il nuovo Secolo Americano!
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