Da una parte l’ottantenne Ivan Pescarin e dall’altra tutto il Partito Democratico che comincia con il sindaco Carlo Della Pepa, passa dal vicesindaco Enrico Capirone, da Maurizio Perinetti (con buona pace del consiglio comunale) e finisce e ricomincia con l’ex vicesindaco Gianni Cimalando, il grande vecchio della politica, almeno sotto le rosse torri. Da un parte l’anziano timoniere lasciato con in mano la bomba del buco Tradecom (35 milioni di euro più iva), dall’altra Andrea Ardissone ex presidente di Aeg Reti, dimessosi, con spensierata tempestività, il 5 maggio scorso. Stando a quel che se ne sa, in vista delle elezioni per il rinnovo del cda di Aeg, in programma per il prossimo 19 giugno, avrebbero dovuto fare la lista insieme, poi all’ultimo momento, su sugggerimento vai a sapere di chi ma non è difficile pensare sempre al solito Cimalando, l’ex delfino Ardissone ci ha ripensato, quindi mandato a quel paese Pescarin. Si! Proprio Pescarin deux ex machina per 15 anni di una delle aziende più importanti, se non la più importante del Canavese. Diventata importante - ed è bene sottolinearlo - proprio grazie a lui. La domanda è. Perchè il Pd ha girato le spalle a Pescarin (ed è sicuro che lo abbia fatto, visto che c’è una email in cui si chiede di votare l’amico Andrea...)? Risposta: perchè Pescarin è stato dei Ds, ma non ha mai preso la tessera del Pd. E perchè gliele ha girate anche Ardissone che a Pescarin deve buona parte della sua carriera di manager nell’universo della Confcooperative. Toh quarda che belle domande... Quale potrà mai essere il motivo di così tanto accanimento se non il controllo del potere, del denaro, dei bilanci di una società che ha un fatturato di circa 560 milioni di euro, un margine lordo di 77 e un utile di 22? Gia? Chissà quale potrebbe mai essere...
Al voto in 2
Come in una partita a scacchi. Su di un lato del tavolo c’è la lista “Cooperazione, impresa, socialità” composta oltre che da Ivan Pescarin anche da Fulvio Seren Rosso, Costantino De Gregori, Vincenzo Nardo e Antonio Castiello; sull’altro lato “Futuro 1901” con Andrea Ardissone, appoggiato da Natalina Buscaglia, Alessandro Sabolo, Massimo Sosso e Alberto Zambolin. Nessuno può dire oggi se si arriverà allo “scacco matto”, ma è sicuro che nessuno si sarebbe mai immaginato che la partita sarebbe cominciata così. Per intanto non si assisterà più al tradizionale e storico scontro con quel manipolo di cittadini che faceva capo a Francesco De Giacomi, Daniele Vitali, Leo Davoli e Alberto Tognoli. Perchè sono stufi, stanchi, con il morale sotto i piedi. E neppure si potranno raccontare le geste di quei dipendenti che alcune settimane or sono, nell’annunciare la propria discesa in campo, spifferarono e puntarono il dito sull’incompatibilità di Massimo Sosso (in lista con Ardissone) nel suo doppio ruolo di “candidato” e “amministratore di Ivrea Parcheggi”, società partecipata dal Comune all’85%. Tante storie Peraltro di presunte incompatibilità, di veleni, o, se si preferisce di storie vecchie da raccontare come se fossero nuove se ne stanno aggiungendo tante altre e non ci riferiamo certo al fatto che Ardissone è Presidente del Consorzio Copernico un insieme di cooperative sociali (Alce Rosso, Alce Blu, Andirivieni, Arte della cura, Marypoppins, Pandora, Vivai Canavese) che ha i suoi maggiori interessi proprio qui in Canavese e che in questi anni ha ricevuto contributi e sovvenzioni da mezzo mondo. Anche dal Comune e anche dall’Aeg, solo poco tempo fa, di svariate migliaia di euro, per un progetto sulla filiera corta e sui prodotti a chilometri zero. Il dito è puntato su Gaspare Ernico, uno dei tanti “disinteressati” sostenitori di Ardissone, che è stato presidente di Aeg Reti prima di Ardissone o se si preferisce prima che Pescarin gli togliesse la sua fiducia. Gaspare Enrico è un pezzo importante del Pd in Canavese, ma più che per l’attività del partito, di lui sono diventate famose le litigate, anche a mezzo stampa proprio con Pescarin. Perchè litigava? Perchè in quegli anni Enrico aveva venduto dei terreni della sua cooperativa Gatta ad Aeg Coop per 130 mila euro salvo poi restituire i soldi all’Aeg che nel frattempo aveva impugnato l’atto, non più interessata alla costruzione di un biogassificatore sulla pedanea. Ma a Enrico si deve anche la nascita di Enegyvos, azienda controllata dalla Comunità montana Orco e Soana per il 51% con “Aeg Reti distribuzione” socio al 49. Capitalizzata per solo un decimo rispetto ai due milioni richiesti alla partenza, alla fine è servita solo per pagare personale, consulenze e progetti. Morale: è già in chiusura. Tra i tanti “fan” di Futuro 1901 pure la Enri (Energie Rinnovabili) diretta dall’ex direttore di Aeg Coop Riccardo Casaburi, socio al 60 % con la Aeg Coop al 40%, almeno fino a pochi mesi fa, quando Pescarin fa decidere da un arbitro, quanto costa per l’Aeg andare via e va via scucendo svariate decine di migliaia di euro.
E Cimalando
E in questo groviglio di sigle e interessi, tutti ricollegabili a “Futuro 1901”, c’è poi anche Gianni Cimalando ex Presidente di Effetto Serra Spa, la società ex proprietaria di una parte del Centro La Serra. Non tutti si ricorderanno, ma noi sì, che Aeg aveva acquistato, nel 2012 e poi ancora nel 2014 delle azioni dalla Cooperativa Rosse Torri, che era azionista di Effetto Serra Spa insieme a Cossavella. Il prezzo, un buon prezzo, era stato deciso con una perizia di Effetto Serra. Peccato che poi tutte le azioni siano state rivendute come fossero patate. Ora, considerando che Cimalando è stato anche vicepresidente di Aeg, come la chiamereste voi questa operazione finanziaria? Ne suggeriamo una: su effetto Serra, fa effetto Cimalando.
Tradecom
Però è vero! Il collegio sindacale di Aeg coop, composto da Dario Quaccia, Alessandro Rosotto e Vittorio Celleghin, ha deliberato nei giorni scorsi che la società promuova nei confronti del presidente Ivan Pescarin l’azione di responsabilità per quel buco di 35 milioni di Tradecom, perchè a loro dire la “gestione” del contratto sarebbe stata effettuata “con un non sufficiente grado di prudenza”. Ma davvero possiamo credere che Pescarin abbia fatto tutto da solo? E’ credibile che per esempio ad Ardissone sia passato tutto sopra la testa. Probabilmente sì! Di finanza ne sa ma non così tanto e infatti si è sempre circondato di tecnici preparati, non in ultima di Teresio Ferrofino, con una consulenza che vale 80 mila euro all’anno. Di Ferrofino? Ma Ferrofino non era quello che occupava il posto di Ardissone prima che arrivasse Ardissone? Ebbene sì! In verità non se n’è mai andato. Eppure si era dimesso nel 2013 quando si è saputo della condanna per appropriazione indebita e sostituzione di persona ai danni dell’Aes di Torino (teleriscaldamento), dove aveva lavorato tra il 2007 e il 2009 e dove era stato denunciato per spese anomale, 200 mila euro malcontati. L'assemblea si svolgerà il 19 giugno alle 18 presso le Officine H. Con criteri cambiati rispetto all'assemblea dei soci del 2012. Se prima valevano le candidature singole, con la possibilità di esprimere fino a sette preferenze per eleggere sette membri, oggi (con una modificata statutaria apportata nel 2014) vale il voto di lista bloccata, nell'ottica di garantire la presenza di una maggioranza e di eventuali opposizioni. Della lista che vince entrano tutti e 5. Solo e i rappresentanti per la seconda arrivata.
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