La bomba è scoppiata giovedì sera al termine del Consiglio comunale. Dopo una seduta iniziata con diversi minuti di ritardo ed i punti all’ordine del giorno affrontati quasi per metà dal vice sindaco Maurizio Martin - il tempo passava ed il sindaco Miriam De Ros non arrivava-. Dopo una seduta che ha avuto come protagonista l’approvazione di un rendiconto di gestione che chiude con un pareggio di 2 milioni e rotti euro ed un avanzo di amministrazione che, tolti fondi vincolati vari, di euro ne conta solo 15 mila- di essere “un comune spendaccione” lo ha ammesso pure il primo cittadino-. Dopo le affermazioni del vice Martin sull’elusione fiscale - “il 99 per cento della popolazione non paga ma stiamo adottando la procedura forzata di recupero crediti con l’espulsione dei conti correnti ed i pignoramenti dei beni” e dopo che a parlare è stato più il responsabile finanziario che non gli amministratori. È proprio dopo tutto questo che a fare scintille è stata la questione del ripetitore di via Massimo D’Azeglio. Complici le polemiche dei rondissonesi che proprio in quella strada abitano sulla pericolosità delle radiazioni per la salute e sulla probabile svalutazione immobiliare in caso di vendita, la Giunta ha infatti deciso di revocare la delibera che di fatto cedeva il terreno per un canone annuo di 4.500 euro. “Quando è arrivata la richiesta della ditta di installare il ripetitore, i condomini si sono subito opposti e questo ci ha dato l’appiglio per riflettere meglio sulla svalutazione economica che avrebbero avuto le case - ha inforcato De Ros spiegando come la proposta fosse allettante per le misere casse del comune -. Esaminando anche l’impatto ambientale abbiamo ritirato la delibera”. Il che non significa che l’impianto non verrà più piantato. Anzi, sorgerà su un terreno privato. A quanto detto dal sindaco, infatti, l’azienda si sta mettendo in contatto con tutti e 35 i proprietari dei terreni limitrofi per l’acquisto dei metri quadri necessari all’installazione. Sempre lei ha continuato: “È ipocrisia, non possiamo parlare di salute pubblica poi andare in giro con due cellulari accesi, usare Whats app e Facebook e tutte le altre tecnologie. Fa ridere e - aggiunge - mi dispiace solo che i cittadini al posto di venire a parlare direttamente con noi formino comitati o si rivolgano alla minoranza”. A replicare, sbattendo letteralmente i pugni sul tavolo, è stato il consigliere Michele Biscotti: “Dare questa autorizzazione è stata la cosa più stupida del mondo. Nessuno ha interpellato la commissione ambiente e io sono interessato alla salute dei miei cittadini. Se il ripetitore verrà messo sul terreno di un privato non potremo fare niente, ma almeno nessuno, un giorno, ci potrà additare dicendo che il proprio figlio ha un tumore per colpa nostra. Non voglio che sia il Comune a mettere in pericolo l’incolumità dei nostri cittadini”. Se i rondissonesi preferiscono rivolgersi alle minoranze che non agli amministratori, forse forse, qualche motivo ci sarà, o no?
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