La miseria del Nostro Territorio si manifesta quasi settimanalmente con nuovi episodi. Non è ancora svanita la rabbia per le sorti del C.I.C. ed ecco che esplode la preoccupazione per la situazione dell’azienda Olivetti, un marchio una storia, con il piano recentemente presentato dai vertici manageriali dell’azienda che prevede la ricollocazione di 332 lavoratori, la maggior parte dei quali di Ivrea, che crea perplessità persino in merito alle effettive prospettive di sopravvivenza dell’azienda. Così, anche se il brand Olivetti vanta ancora un grande prestigio a livello internazionale, gli interessi politico-economici locali tornano banalmente a riversarsi sull’entità Cooperativistica della AEG. Come non potrebbe essere così quando, per rimanere nei tempi più recenti della Cooperativa nostrana si sono registrate queste estrose circostanze: a) – una continuità di gestione di svariati CdA, per una quindicina di anni, caratterizzati dalla figura accentratrice e dittatoriale del Presidente Ivan Pescarin; b) – una esplosione del volume d’affari della Coop, dai pochi milioni a 540 milioni di euro dell’ultimo anno, con l’inserimento nel mondo a dir poco intricato della vendita di seconda o terza mano di elettricità oltre che del tradizionale gas metano, con pochi utili ma un incremento esponenziale dei rischi di un mercato composto da clienti privilegiati; c) – una perdita clamorosa di 38 milioni di euro, frutto evidentemente di una gestione imprudente con la sottoscrizione di un contratto a Tradecom nei primi mesi del 2014, quando le necessarie informazioni avrebbero dovuto sconsigliare qualsiasi contratto per chiarissima situazione di rischio di Tradecom, oppure AEG avrebbe dovuto chiedere adeguate garanzie; d) – un imminente appuntamento di grande rilevanza per il rinnovo delle concessioni rappresentato dalla gara d’ambito, in cui AEG dovrà decidere se vendere la propria rete o acquisire anche la parte che non è in proprietà, una balletta da alcune decine di milioni di euro; e) – una sempre dimostrata attitudine e disponibilità economica verso eventi ed Enti locali che serve anche a conservare e sviluppare un consenso elettorale verso quella sinistra locale che fa del clientelismo l’unico e vero punto di forza per proseguire in una politica improvvida ed inconcludente. Qualora chicchessia non volesse riconoscere il persistente connubio tra Coop AEG e politica locale, basterà ricordare quanto accadde nel 2008, quando le legioni inquadrate dal ruggente Presidente ribaltarono l’esito delle primarie per l’identificazione del candidato Sindaco di Ivrea, privilegiando Della Pepa rispetto al favorito Avetta; Niente di strano quindi che la lotta alla successione si sia già scatenata e che ora entri nel momento caldo delle Assemblee per il rinnovo del CdA. Anzi il preludio si è già avuto con l’Assemblea Straordinaria di martedì 19 maggio. Argomento in discussione il numero di deleghe per la partecipazione alla prossima Assemblea prevista nella seconda metà di Giugno. Ed è increscioso constatare che colui (il Presidente) che inneggia ad un’unica delega per salvaguardare “una economia sociale di mercato, uno stile etico/valoriale, una comunità di persone e non di capitali”!, si dimentichi di aver realizzato la scalata al potere proprio utilizzando la possibilità di presentare ben quattro deleghe per ciascun socio presente! Un dettaglio di pura democrazia l’aver successivamente blindato il CdA con la riduzione ad una sola delega. La vita assembleare della Coop AEG è purtroppo condizionata dallo scarso interesse da parte di quegli oltre 20.000 soci dell’Eporediese che si accontentano di incassare lo storno sulla bolletta del gas, senza curarsi di quanto si sarebbe potuto costruire nel tempo attorno alla Coop. Come componente della Commissione Consigliare Assetto del Territorio ho avuto la possibilità, di cui ringrazio l’Ass.re Codato, di visitare la nuova Centrale Idroelettrica posta sul Naviglio in prossimità della Passerella. E’ stato persino troppo facile pensare a quanto avrebbe potuto fare di simile la Coop AEG, con una completa ricaduta dei conseguenti benefici sul territorio. Sono dovuti venire da lontano per fare le Centrali (altre due sono in previsione) a casa nostra? Non potevamo pensarci noi, invece di vendere elettricità al primo che passa? Per anni, alle Assemblee ho invitato il CdA ad assemblare un gruppo di cervelli locali, giovani laureati, studenti universitari magari del Politecnico, per costituire la testa di ponte per la ricerca e l’attuazione di reali innovazioni tecnologiche nel campo delle energie alternative da applicare anzitutto in zona. Ma è strano come a quei radiosi concetti di socialità e di democrazia del Presidente Pescarin & C., abbiano invece fatto seguito i più biechi concetti capitalistici del più vendo più incasso. L’AEG è, necessariamente ad una svolta epocale. Oggi forse tutti si sono resi conto che è venuto il momento di azzerare un ambiente che è sfuggito di mano, che non è più neppure in grado di vedersi e analizzarsi per correggere in tempo utile il proprio percorso. Ma questo sarà possibile solo con un piccolo sforzo da parte di tutti i Soci AEG. Se è possibile una sola delega in Assemblea, vuol dire che accanto ai tradizionali sostenitori personali del “Presidente”, alle prese ormai anche con qualche problemino anagrafico, sarà necessario vedere una bella sfilata di giovani e vivaci Soci, le nuove forze per la AEG di domani. Troppo ottimista? Staremo a vedere.
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