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IVREA. La polvere sotto il tappeto

IVREA. La polvere sotto il tappeto

Amianto

Viviamo in un’epoca difficile nella quale stiamo spurgando tutte quelle nefandezze che una visione iper-liberista e predatoria dell’economia e della società, assecondata da una classe politica insignificante, ci ha messo sul piatto del vivere quotidiano. Ripensando oggi: alla storia del pensiero politico, all’evoluzione del diritto pubblico e delle istituzioni, al processo di elaborazione della Costituzione Repubblicana, alle grandi battaglie ideali degli ultimi due secoli non possiamo che rimanere sconcertati di fronte a tanta pochezza, tracotanza e ipocrisia. Ciò che maggiormente ci amareggia è che esiste una “meglio gioventù” che sarebbe capace di ribaltare e trasformare, positivamente, il nostro Paese, ma viene sapientemente tenuta ai margini fino alla scelta obbligata di fare le valigie per cercare fortuna in qualche luogo del mondo dove esistono ancora concrete speranze di futuro. Interi Stati o regioni del mondo, si sono risollevati da crisi economiche, e quindi inevitabilmente sociali, rimboccandosi le maniche e modificando radicalmente vecchie liturgie di potere ormai inadeguate ai tempi. Noi di Viviamo Ivrea, come movimento civico di cittadini liberi dal giogo dei partiti, andiamo ribadendo da tempo in ogni occasione, mediatica o istituzionale, che per ripartire servirebbe una cesura delle attuali modalità di fare politica ripartendo dall’onestà, dalla trasparenza, dall’equità, dalla solidarietà e mettendo al centro del dibattito quell’inestimabile ricchezza che è il Bene Comune. La linea di pensiero a cui si dovrebbe tendere per migliorare la Pubblica Amministrazione è semplice basterebbe comportarsi, nella gestione della “res publica”, allo stesso modo in cui ci si comporterebbe a casa propria. Dopo due anni dall’inizio del mandato dell’attuale Amministrazione Comunale purtroppo di questo processo di cambiamento non riusciamo a scorgere nemmeno l’ombra. Eppure di cose da fare ce ne sarebbero molte e non ci riferiamo a grandi opere o a miracolose ricette calate dall’alto quanto a piccole, ma significative iniziative che potrebbero migliorare da subito le condizioni di vita quotidiana di molti cittadini innescando un circuito virtuoso di rigenerazione di quel fertile tessuto sociale, innervato di un sano spirito comunitario, che questa terra, grazie ad Adriano Olivetti, ha conosciuto. Nel nostro piccolo ci abbiamo provato ad essere propositivi, e ancora lo faremo, tanto da aver presentato in Consiglio Comunale numerose mozioni, interpellanze, interrogazioni, ordini del giorno mai fini a loro stessi, ma tutti finalizzati a mettere in evidenza criticità o debolezze della macchina amministrativa e proponendo sempre, nel contempo, soluzioni e opportunità da cogliere. Purtroppo, questo va detto con chiarezza, quasi sempre i nostri appelli sono caduti inopinatamente nel vuoto compresi quelli espressi in mozioni votate dal Consiglio Comunale che dovrebbero quindi essere perentori e impegnativi per l’Amministrazione. Qui entrano in gioco i Consiglieri Comunali che dovrebbero indignarsi, al di là degli schieramenti, per il comportamento omissivo dell’organo esecutivo mentre spesso si preferisce, per quieto vivere, adeguarsi a illogiche, quando si parla di problemi concreti dei cittadini, logiche di maggioranza nascondendo la testa sotto la sabbia e facendo finta di non vedere e di non sapere. Prendiamo ad esempio la vicenda del tetto in amianto-lamiera della scuola Arduino divelto dal vento in uno dei tanti temporali che ormai si succedono, già a partire dal mese di maggio, grazie ad un processo di tropicalizzazione del clima ripetutamente annunciato da illustri scienziati nei decenni scorsi e sempre deriso dal “mainstream”. A noi non piace strumentalizzare episodi di questo tipo ed infatti non lo abbiamo fatto, ma ciò non toglie la necessità di fare sì che quanto accaduto non venga sottovalutato o dimenticato, dopo aver tirato un respiro di sollievo per il fatto che nessuno dei ragazzi che frequentano quella scuola sia rimasto coinvolto nella disastrosa scoperchiatura del tetto. C’erano già state avvisaglie riguardo la mancata manutenzione degli immobili pubblici con la scoperta dell'amianto in diversi siti e molteplici sono state le istanze, anche nostre, finalizzate alla redazione di un censimento e di una mappatura del rischio. Ammesso che qualcosa, come ci viene detto, sia stato fatto ora diventa fondamentale non limitarsi a quello. E’ il momento di passare all'azione, dell’assunzione della responsabilità, anche politica, e serve fare quadrato per mettere in cantiere, impegnando le risorse necessarie, un piano pluriennale di intervento per la messa in sicurezza degli stabili pubblici perché non possiamo e non dobbiamo permetterci la possibilità che i nostri figli o nipoti debbano rischiare la loro incolumità recandosi a scuola come non la devono rischiare i lavoratori che operano nella Pubblica Amministrazione. Problemi non risolti, analoghi anche se di altra natura, come il fallimento del CIC piuttosto che il degrado dell'ex edificio La Serra, ce ne sono diversi e tutti senza soluzioni in vista. Purtroppo l'attuale Amministrazione ha già dato più volte prova del proprio immobilismo e della propria incapacità di programmazione limitandosi a rincorrere le emergenze man mano che si palesano. Troppi sono i fronti aperti per i quali questo esecutivo, non avendo idee, non da risposte, ma è storicamente provato che nascondere la polvere sotto il tappeto ha un effetto temporaneo e che prima o poi diventerà necessario correre ai ripari ... costi quel che costi.
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