A Casalborgone sono da poco passate le otto del mattino, di sabato 23 maggio, in piazza Gaiato. Come da calendario della SETA si raccolgono i rifiuti ingombranti. A selezionare i materiali e a caricarli sui loro furgoni c’è però un gruppo di zingari. Appena un automezzo si avvicina all'area, viene circondato: gli zingari cominciano a rovistare tra i materiali cercando tutto quello che è metallico, per caricarlo sui loro furgoni. Tutto questo sotto gli occhi incuranti del sindaco Francesco Cavallero e del consigliere comunale Bertolè, che continua con la sua ramazza a spazzare il piazzale. A ciò si aggiungono altri aspetti, quale il fastidio dei casalborgonesi accerchiati dagli zingari che si intrufolano nelle auto e sui cassoni per accapparrarsi ogni pezzo metallico. A metà della mattinata è accaduto quello che era prevedibile. Un’accesa discussione tra zingari ed un casalborgonese infastidito dell'invadenza, i toni si sono alzati tanto che, per evitare che la situazione degenerasse, il casalborgonese ha dovuto, suo malgrado, desistere e lasciare piazza Gaiato. Fin qui la cronaca di una mattinata di ordinaria “follia” in quel di Casalborgone. Perché Cavallero e Bertolè non sono intervenuti? Secondo la legge dello Stato, una volta che un materiale viene conferito tra i rifiuti viene classificato come tale e solo le ditte autorizzate possono gestirlo. Proprio questa è la motivazione, addotta dai nostri amministratori, per impedire ad un casalborgonese, che si occupa di recuperi metallici, di selezionare tutto ciò che potrebbe essere riciclato. Lo stesso casalborgonese si era proposto al comune per selezionare i materiali, prima di conferirli a SETA: questo avrebbe consentito al concittadino di svolgere il proprio lavoro per conto del Comune che, a sua volta, avrebbe potuto vendere il materiale recuperando fondi, quindi pagare il lavoro di selezione e con la rimanenza ridurre il costo della raccolta rifiuti, riducendo anche la quantità di materiali conferiti a SETA, quindi i costi dell'immondizia per i casalborgonesi. Pare che Cavallero pensi che se ad appropriarsi di rifiuti sono stranieri tutto è lecito. Signor sindaco, la gestione dei rifiuti è regolamentata per legge e riguarda tutto il territorio nazionale, Casalborgone compreso, questo vale per gli italiani così come per gli stranieri. Ora il sindaco dovrebbe spiegare se i metalli conferiti all'eco stazione consentono a SETA di ridurre i costi di smaltimento, quindi sono una risorsa. In questo caso si tratta di un furto nei confronti di SETA, quindi di tutti i cittadini che pagano la raccolta rifiuti nei comuni collinari. Oppure gli zingari hanno contribuito a ridurre la quantità di materiale conferito a SETA. In qualsiasi caso sindaco e consiglieresono pubblici ufficiali ed avevano l'obbligo di intervenire, non facendolo sono divenuti complici degli stessi. La proposta fatta al Comune dal nostro concittadino meritava essere presa in considerazione seriamente dagli amministratori. Perché i materiali non siano classificati rifiuti basta selezionarli prima che lo divengano. Per far questo è sufficiente creare un punto di selezione prima dell’eco stazione, ove personale operante per conto del Comune seleziona i materiali riciclabili, non ancora classificati come rifiuti. Gli stessi zingari sanno bene che quello che fanno è illegale. Infatti come si sono accorti di essere fotografati hanno nascosto i volti o si sono girati di spalle. Sanno che le foto possono essere prove documentali, e se non vengono identificati la fanno franca, mentre gli amministratori pare non sappiano che con il loro mancato intervento hanno agito fuori dalla legalità divenendo complici e le foto lo testimoniano. Anche le forze dell'ordine, a cominciare dalla polizia locale, una volta venuta a conoscenza, dovrebbe prendere i provvedimenti, anche nei confronti dei propri amministratori, per non divenirne a loro volta complici. L’unica certezza è che questo a Casalborgone non avverrà, quì non sono tutti uguali, più facile sanzionare chi non ha il numero civico sulla porta di casa o la buca delle lettere regolare, che intervenire nei confronti di zingari che agiscono e illegalmente prelevando materiali di SETA per poi venderli, rigorosamente in nero, magari mescolati a rame ed ottone prelevato da linee elettriche, cimiteri o grondaie, o altro prelevato, magari, in casa di qualche casalborgonese.
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