Redigo la presente nell’interesse della Safon srl, al fine di lamentare quanto segue. Sul vostro giornale del 23 settembre 2013, a pagina 44, veniva pubblicato un articolo a firma di Caterina Ceresa, dal titolo “Adesso tocca alla Liri: 120 in mobilità”, in cui venivano riportati fatti contrari a verità e fortemente lesivi dell’immagine e della reputazione della mia Assistita. Si trascrivono testualmente gli stralci dell’articolo più significativi: “Si tratta della Liri (Ora Safon, ndr) contestatissima produttrice di materie plastiche che bruciava i residui di lavorazione nell’inceneritore posto in mezzo al paese”. E ancora: “Anzi (i lavoratori, ndr) si ono sempre schierati a difesa dell’azienda, chiudendo gli occhi di fronte ai rischi per la propria salute e per quella dei propri famigliari”. Infine: “quanto alla salute dei pontesi è ancora più a rishcio di prima: se nello stabilimento non si fa produzione, l’unico a funzionare a pieno ritmo - ed a procurare introiti ai suoi proprietari - potrebbe essere l’inceneritore, magari messo a disposizione per lo smaltimento degli scarti di lavorazione di altre aziende”. I fatti ivi riportati risultano essere privi di alcun riscontro e palesemente falsi: si osserva, infatti, che la Safon srl, già Liri, ha sempre operato nel pieno rispetto delle normative sanitarie ed ambientali, e che, pertanto, in nessun modo può essere insinuato che l’attività industriale della mia assistita possa porre a rischio la salute dei propri lavoratori e degli abitanti delle zone limitrofe; né tantomeno, può essere ipotizzato che l’attività produttiva al momento in essere nello stabilimento della Safon (che la redattrice dell’articolo in esame nemmeno si perita di verificare!) possa procurare alcuna lesione o nocumento alla popolazione. Avv. Marco Badellino Nella lettera inviata dal legale della Safon mi si attribuisce la responsabilità di aver “riportato fatti privi di alcun riscontro o palesemente falsi”, facendo esplicito riferimento a tre passi dell’articolo. Nel primo citavo dati reali; nel secondo esprimevo delle considerazioni; nel terzo avanzavo un’ipotesi. Che la “Liri” (non la Safon, verso la quale non mi risulta che questo sia finora accaduto) sia stata più volte al centro di dure contestazioni da parte dell’opinione pubblica e delle associazioni ambientaliste è un dato di fatto. In particolare a partire dal luglio 1999, sull’inceneritore e sulle lavorazioni effettuate nello stabilimento di Pont si sono susseguiti consigli comunali aperti, convegni, pubblici dibattiti. E’ agli atti un Ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale promosso dal Comitato Spontaneo per la Difesa e la Tutela della Salute e dell’Ambiente di Pont Canavese, dalla famiglia Guglielminetti e dalle associazioni Legambiente Piemonte, W.W.F., Italia Nostra. Può naturalmente essere messa in dubbio la fondatezza delle contestazioni, non la loro esistenza. Né si può negare che la Liri producesse materie plastiche (lo diceva la sua stessa denominazione: “Liri Lamiati Plastici s,r,l,”), che il suo inceneritore bruciasse i residui di lavorazione (su questo si basavano le autorizzazione concesse dagli enti preposti) e nemmeno che si trovasse “in mezzo al paese”, avendo sede in Via Caviglione, in pieno centro storico. Sui rischi per la salute i pareri degli esperti non erano e non sono univoci e l’interpretazione varia a seconda di chi esamina i dati: i dipendenti dell’azienda hanno sempre mostrato di accogliere la versione più rassicurante. Se avessi tratto conclusioni errate sui loro atteggiamenti - cosa possibile: siamo nel campo delle interpretazioni - credo tuttavia che a sentirsi offesi ed a chiedere rettifiche dovrebbero essere i diretti interessati. Oppure sbaglio? Fin qui mi ero riferita alla LIRI (tanto che i verbi erano al passato) poiché è con la vecchia azienda che si erano prodotte le problematiche prima elencate: la Safon è subentrata da appena un anno. Esprimevo tuttavia un dubbio: quello che la nuova proprietà potesse voler utilizzare l’inceneritore per bruciare residui di lavorazioni provenienti da altre aziende. Un dubbio, non una certezza (non avendo prima verificato quali lavorazioni fossero in atto nello stabilimento, come giustamente rileva l’avvocato Badellino). Prendo atto con soddisfazione che non è questa l’intenzione della Safon: i nostri lettori non potranno che rallegrarsene. Così come prendo atto che l’azienda si mostra implicitamente disponibile a fornire chiarimenti ed informazioni alla stampa: ciò non potrà che giovare alla correttezza delle informazioni ed alla serenità della popolazione. Caterina Ceresa
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.