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19 Maggio 2015 - 10:44
Chivasso
Tragedia della solitudine a Chivasso. Armando Marson, pensionato di 76 anni, era morto in casa da almeno quattro mesi quando è stato trovato, venerdì pomeriggio, appena dopo pranzo, da carabinieri e vigili del fuoco. Una volta entrati nell’alloggio al primo piano della palazzina di via Paolo Regis 46/d, area “Tazzetti”, sfondando la finestra del bagno, carabinieri e pompieri si sono trovati il corpo del pensionato davanti, riverso a terra. Praticamente mummificato. Nessun segno di violenza sul cadavere: il medico legale dell’Asl To 4, il dottor Barra di Ciriè, nel suo referto di morte ha scritto “cause naturali”. La salma è stata trasferita alle camere mortuarie dell’ospedale, a disposizione della Procura di Ivrea: il sostituto Procuratore Chiara Molinari ha incaricato il perito, la dottoressa Rosa, che questa mattina effettuerà l’esame autoptico necessario per capire con certezza la data del decesso, che comunque risalirebbe ad almeno quattro mesi prima. Nessuno, tra i vicini di casa, in questo lasso di tempo si è accorto di nulla. Solo venerdì pomeriggio, nell’androne del palazzo, c’era chi si chiedeva come fosse possibile una tragedia del genere: “Ma come? E’ morto Armando? Non è possibile...”. Armando Marson non si era mai sposato e i vicini di casa raccontano che aveva vissuto in quell’alloggio con le due sorelle, attualmente ospiti della casa di riposo di Montanaro. Lascia anche un fratello, ricoverato all’Hopital du Piemont di Settimo Torinese. Ma come si spiega una tragedia del genere, nella completa solitudine? I rapporti di Marson con i familiari pare fossero molto difficili. Per questo, nessuno ne aveva segnalato la scomparsa fino a che i carabinieri della Compagnia di Chivasso, il giorno prima del ritrovamento del cadavere, hanno iniziato ad insospettirsi dopo una segnalazione delle assistenti sociali del Ciss, che seguono le sorelle della vittima. Marson da qualche mese, infatti, non ritirava più la pensione in posta: l’ultima, pochi giorni prima dell’Epifania. E, quindi, nessuno avrebbe più pagato le rette delle sorelle ospiti della casa di cura. Per questo, gli uomini dell’Arma hanno subito pensato al peggio. Nel suo portafogli, recuperato nelle tasche dei pantaloni che ancora indossava, i carabinieri hanno trovato 1.500 euro in contanti.
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