L'edificio abbandonato dove ha trovato la morte Davide
Si è conclusa nei giorni scorsi l’indagine sulla morte del piccolo Davide Giovannini, il ragazzo di 13 anni di Rondissone che ha perso la vita il 10 ottobre 2013 dopo essere precipitato, per tre metri, nella tromba delle scale di un vecchio edificio abbandonato del paese, in via Pascoli. La Procura di Ivrea, all’epoca, aveva aperto un’inchiesta per omicidio colposo: oggi, due avvisi di garanzia chiudono il cerchio. L’indagine era basata sul fatto che la proprietà avesse o meno predisposto tutte le misure necessarie per evitare l’accesso all’area. Il piccolo Davide aveva perso la vita mentre, con alcuni amici coetanei, stava giocando nel vecchio cantiere. “Vorremmo solo vedere quell’edificio abbattuto”, dichiara oggi la famiglia, assistita dall’avvocato Enrico Scolari. Eh sì, perché esattamente come due anni fa e come nei decenni precedenti, quello scheletro di cemento armato è ancora lì. Storia di un monumento all’incuria... Da quarant’anni quell’edificio è il simbolo, brutto, del paese. Un monumento al degrado, al centro di lunghe querelle giudiziarie tra fallimenti e acquisizioni, oggetto di mille battaglie anche in Consiglio comunale. Avrebbe dovuto essere un albergo, in origine, nei primi anni Settanta. Partiti i lavori, finiti i soldi, il ristoratore Nicodemo Correale, primo proprietario, era stato travolto dai debiti e quella struttura era finita tra i cespiti del fallimento divisa in quote tra banche e creditori. Ci sono voluti circa 35 anni di ricorsi e azioni giudiziarie prima che tutte le quote nelle quali era esploso il fallimento, venissero acquisite da un unico proprietario. E’ il 2005 quando la “Cinque Gi” diventa titolare di un’area della quale, però nessun imprenditore saprebbe che farsene. La destinazione d’uso del terreno, infatti, è commerciale, ma il progetto iniziale del ristoratore Correale è ormai irrealizzabile. A Rondissone nel frattempo è già stato costruito un albergo e il paese, nonostante la vicinanza all’autostrada Torino - Milano, non saprebbe che farsene di una seconda struttura ricettiva. Iniziano, così, le battaglie in Consiglio per il cambio di destinazione dell'area, progetto bocciato dalla Regione che chiede di inserire la modifica all'interno di una Variante più ampia. Si arriva, così, alla fine del 2012, quando il Consiglio dell’allora sindaco Franco Lomater approva la Variante di piano regolatore che consentirà al proprietario dell'area di realizzare immobili di edilizia residenziale sull'area. Alla “Cinque Gi”, nel frattempo, subentra la C.E.I. Costruzioni Spa di Torino. Terreno e struttura da demolire, oggi, sono i suoi. Il resto è storia, purtroppo, recente...
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