Cerca

SLOW FISH A GENOVA ….E BRANZINO ALLA LIGURE CON IL PIGATO DOC

SLOW FISH  A GENOVA ….E BRANZINO ALLA LIGURE CON IL PIGATO DOC

branzino alla ligure

Expo 2015 invita alla discussione su un ventaglio di questioni talmente ampio che la prima tentazione è quella di proteggersi da un’interpretazione banale, ma proprio per questo rassicurante: la necessità di avere cibo disponibile per tutti, e quindi di trovare il sistema per produrne di più, ma non possiamo nasconderci a lungo dietro il dito della superficialità. “Nutrire il pianeta, energia per la vita” ci dice che non siamo gli unici viventi ad abitare la Terra e che dobbiamo trovare il sistema di nutrire tutti (non solo tutte le persone) senza smettere di proteggere la vita.

Il rispetto dell’ambiente deve avere la precedenza sia teorica che pratica, sia quando progettiamo che quando produciamo.  C’è un unico ambiente, prima lo capiamo e meglio è e i tempi dell’ambiente, della natura, quelli su cui misurare la sostenibilità di un’attività umana, sono molte volte, ben più lunghi di quelli dell’economia.

Ebbene: che cosa c’entra tutto questo con il mare? C’entra perché al mare arrivano tutte le nostre “esternalità negative”. Esso raccoglie tutto l’inquinamento che possiamo produrre, dalla plastica, di cui perdiamo le tracce, alle sostanze chimiche. Lotta – e perde – contro le temperature medie sempre più alte, e non riesce più a darci una mano a regolare il clima, perché gli elementi che disturbano quel ciclo sono troppo violenti e troppo frequenti. Subisce la nostra avidità, che si mette di traverso quando si cerca di varare normative a protezione della fauna ittica, o dei fondali, o dei microrganismi, o dei pescatori di piccola scala e grande cultura. Subisce il fatto che non siamo in grado di capire cosa sia un bene comune e come esso vada protetto. Dobbiamo ricordarci che la protezione e la tutela degli ambienti marini, che occupano il 70% della superficie del pianeta, non può che iniziare a terra. Dobbiamo coltivare la terra, allevare animali, alimentare le nostre automobili senza danneggiare il mare. A tutti questi temi ha cercato di dare risposte la splendida manifestazione “Slow Fish” che si è svolta a Genova nel fine settimana scorso. Slow Fish 2015 si fa portavoce di queste istanze: insieme a pescatori, ricercatori, scienziati, studenti, chef e artigiani del cibo, che tutti insieme hanno cercato di capire come nutrire il nostro pianeta a partire dalla tutela dei nostri mari, cambiando l’attuale rotta, che non vuol dire stravolgere le nostre vite, ma iniziare da piccoli accorgimenti e maggiore riflessione.

Durante la manifestazione è stato possibile degustare ottime preparazione dei pesci dei nostri mari e soprattutto dell’ottimo branzino preparato alla ligure. Questi gli ingredienti per 4 persone: -800 g di filetto di branzino -10 pomodorini -4 foglie di alloro -12 olive taggiasche -6 patate -2 cucchiai di pesto -due foglie di salvia -olio extravergine –sale –pepe q.b.   PREPARAZIONE :Pulite i pomodorini, tagliateli a metà ed eliminate i semi. Sbucciate le patate e riducetele a fettine. Preparate una teglia con qualche cucchiaio d’olio e disponetevi uno strato di patate e pomodorini. Aggiungete le olive, snocciolate e tagliate grossolanamente. Condite con sale e pepe e adagiate i filetti di branzino, cospargendoli con le erbe aromatiche. Irrorate con un filo d’olio e fate riposare in frigorifero per 30 minuti. Cuocete in forno già caldo a 180°C per circa 40 minuti, rigirando i filetti con delicatezza a metà cottura e aggiungete due cucchiai di pesto con un po’ di brodo vegetale

ABBINAMENTO VINO: abbiniamo questo piatto ad uno splendido vino ligure quale è il Pigato Doc.

Questo vino bianco è prodotto con l’omonimo vitigno autoctono in prevalenza nella zona della Riviera di Ponente. Il suo nome deriva dal termine dialettale “pigau” che significa “macchia” riferita alla macchiolina color ruggine presente sugli acini maturi. Sicuramente è uno dei vigneto più affascinanti e misteriosi della Liguria, le cui origini sembrano risalire alla Tessalia, importato dai greci durante la colonizzazione della penisola.

All’esame visivo si presenta di color giallo paglierino, con sfumature e riflessi color dorato. Il profumo è intenso, fruttato, floreale e spiccate note di agrumi. Il sapore è sapido, secco, fruttato, ha corpo e struttura ed evidenti note minerali.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori