Cerca

CASALBORGONE. Diserbo, gli atti finiscono in Procura

CASALBORGONE. Diserbo, gli atti finiscono in Procura

Il sindaco di Casalborgone, Francesco Cavallero

Le dichiarazioni del sindaco Francesco Cavallero, e l'atteggiamento dei suoi consiglieri Renzo Bertolè e Sara Pucci, hanno fatto inferocire Maria Cristina Ponzone, mamma di una ragazzina che frequenta la scuola media di Casalborgone, decisa ad andare fino in fondo affinché siano accertati i fatti e individuate le responsabilità del sindaco e dei sopra citati amministratori comunali. Il 15 aprile scorso alle ore 8,10, durante l'ingresso degli studenti della scuola media di Casalborgone, nell’area del parcheggio antistante la scuola e lungo tutta via Gaiato, percorso obbligato dei ragazzi per recarsi a scuola, il cantoniere comunale spruzzava il diserbante, incurante dei rischi a cui esponeva i ragazzi, tanto che nessuna precauzione è stata presa. Neppure un cartello per segnalare il rischio per la salute, nè tanto meno nessuna delimitazione dell’area. Incredula di quanto avveniva, Maria Cristina Ponzone ha prima chiesto spiegazioni al cantoniere, poi si è recata in Comune, dove il cosigliere con delega alla manutenzione delle strade comunali Bertolè, nel tentativo di convincerla che si tratta di un prodotto privo di rischi e di libera vendita, ha accompagnato la signora presso il box ove sono stoccati i diserbanti, nel cortile del Municipio a ridosso del rio Merdarello, in un'area più volte soggetta ad allagamenti. Ancor più allarmata, la mamma ha cercato di spiegare i danni che quel prodotto provoca alle persone ed all'ambiente, ricevendo come tutta risposta dal Bertolè: “Venga lei a strappare l'erba un filo per volta, se non vuole che si usi il diserbo”. E ancora: “Lo sa che se non diserbiamo e crescono dei rovi, qualche bambino potrebbe accecarsi con le spine?”. La sensibilità degli amministratori casalborgonesi è nota. La consigliera Pucci, con deleghe all'arredo urbano, edilizia pubblica e privata, ha lapidariamente sentenziato: “Se è preoccupata per la salute di sua figlia ha solo da cambiare scuola”. Indignata per l’assurdità delle risposte, l’arroganza e la superficialità dei consiglieri , la donna ha scritto al sindaco, ai Carabinieri di Casalborgone, ed al Dirigente Scolastico Chiara Profumo, segnalando tutti i rischi per la salute e l'ambiente che il diserbante “Roundup” può provocare. Il sindaco, pur ammettendo che è un prodotto pericoloso, ma per il Ministero della Salute di libera vendita, ha quindi replicato che si continuerà ad usarlo finchè non sarà dichiarato illegale. Incredula della pericolosa superficialità irresponsabile di un sindaco che per legge ha la il dovere di tutelare la pubblica incolumità, ha deciso di andare fino in fondo, portando il caso al Sostituto Procuratore Raffaele Guariniello coordinatore del “Gruppo specializzato Sicurezza del Lavoro e Tutela del Consumatore”, un ufficio della Procura della Repubblica. Per approfondire io ho fatto la valutazione del rischio di quell'intervento, quello che il sindaco Cavallero, aveva l'obbligo di fare. È sufficiente scaricare dal sito del Ministero della Salute la “scheda di sicurezza del Roundup”, attivare il cervello e leggere tutti gli effetti sulla salute e sull'ambiente. La scheda oltre ai rischi, impone obblighi ristrettivi all'impiego del prodotto in aree non agricole. Oltre l'obbligo di utilizzare i dispositivi di protezione per le vie respiratorie, guanti di gomma e stivali. Nelle “Prescrizioni supplementari” viene anche specificato che va evitato il rientro in campo del bestiame per almeno 24 ore dal trattamento. Neppure questo avvertimento fa pensare al sindaco che è quantomeno inopportuno usare il diserbo in aree pubbliche? E dire che Cavallero è un dirigente veterinario presso l’ASL di Biella, uno di quei funzionari pubblici pagati dai cittadini per tutelare la loro salute. Da quanto indicato, è del tutto evidente che il semplice contatto con il prodotto può provocare danni alla salute. Pare inoltre che Cavallero non sappia che non effettuare la valutazione del rischio, non segnalare e delimitare un'area pericolosa sono reati penali. Approfondendo la ricerca sul prodotto ho scoperto che Roundup, del colosso agroindustriale Monsanto, è stato inserito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra le sostanze probabilmente cancerogene, e che studi condotti dall’IARC, Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro collegata all’OMS, dimostrano che il principio attivo alla base del Roundup sarebbe da inserire nella lista delle sostanze chimiche più pericolose perché aumenterebbero il rischio di tumori e danni al DNA. Ma questo Cavallero, veterinario dell'ASL, non lo sa, o forse semplicemente non gli interessa, visto che gli stessi trattamenti sono stati effettuati anche alla scuola elementare e nell'area mercatale. In qualsiasi altro Comune, la gravità della situazione avrebbe portato alle dimissioni, ma Casalborgone è diverso, probabilmente ai consiglieri Pucci e Bertolè sarà affidato l'Ufficio Relazioni con il Pubblico. “Qui si è sempre fatto così”.
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori