Il tetto in eternit nel cortile di Palazzo Santa Chiara
Lo scorso mese di dicembre, ve lo ricorderete, il sindaco Libero Ciuffreda era in prima fila alla manifestazione per le vittime dell’amianto organizzata dal Comune di Cavagnolo dopo la sentenza della Corte di Cassazione che faceva cadere in prescrizione le accuse nei confronti di Stephan Schmidheiny, il magnate dell’Eternit. Fascia tricolore al petto, fiaccola in mano in ricordo delle vittime dell’ex Saca, la fabbrica dove si lavoravano manufatti in cemento-amianto, Ciuffreda sfilava insieme ai colleghi sindaci della collina e all’assessore regionale Gianna Pentenero dietro lo striscione “Giustizia - Ricerca - Bonifica”. Il sindaco, che di professione fa l’oncologo alle Molinette, che è stato fondatore e presidente della Samco di Chivasso, ovviamente non poteva far mancare la sua vicinanza alle famiglie di quanti hanno vissuto il dramma dell’asbestosi e del cancro ai polmoni. Ai familiari di quanti hanno conosciuto la malattia e, poi, la morte. A chi teme di potersi ammalare ancora. A Cavagnolo l’obiettivo dell’amministrazione comunale del sindaco Mario Corsato, oggi, è quello di poter un giorno apporre la scritta, sotto il cartello di ingresso nel paese, “Cavagnolo - Comune de-amiantizzato”. Con i soldi ottenuti a mo’ di indennizzo dal magnate svizzero per le morti dell’eternit, l’amministrazione comunale ha in mente di finanziare la bonifica di tutti i siti in cui è ancora presente l’amianto. Siano essi di proprietà pubblica, siano essi di proprietà privata. A Chivasso, con un’amministrazione di centrosinistra, a parole e nei proclami particolarmente attenta alle problematiche ambientali, e con la garanzia di avere un sindaco che è oncologo, che la città si possa ritenere “de-amiantizzata” dovrebbe essere quasi scontato. Già, dovrebbe... Usiamo il condizionale mica a caso perché, cari noi e cari voi, se pensavate che con un sindaco-oncologo alla guida della città si potessero dormire sonni tranquilli almeno per quel che riguarda la tutela della vostra salute, bè vi siete presi una bella “cantonata”. Non stiamo parlando di temi che da mesi sono sulla bocca di tutti, come l’ampliamento della discarica di regione Pozzo, oppure la centrale ad olio di palma al Pi.Chi., o ancora il progetto WastEnd per il riciclo dei rifiuti. No, cari noi e cari voi, stiamo parlando di una questione molto più spicciola. Chivasso comune de-amiantizzato come sarà un giorno, forse, Cavagnolo? Ma quando mai. Basta farsi un giro nel cortile di Palazzo Santa Chiara, dove ha sede il Municipio per intenderci, per notare che la copertura del deposito dei mezzi dei vigili urbani è, oggi come ieri e come tanti anni fa, ancora in... eternit! Sì, avete capito bene: circa quaranta metri quadrati di un tetto di un deposito nel cortile del Municipio, dove parcheggiano i dipendenti, dove vengono organizzate manifestazioni d’estate, dove gli amministratori comunali lasciano le loro auto, sono realizzati con manufatti della pericolosa fibra killer. Il tetto, poi, è circondato da edifici privati che sorgono all’angolo tra via Demetrio Cosola e via Siccardi. E’ vicinissimo ad una palestra, un bar, gli uffici dell’ex tribunale, ecc... ecc... Insomma, l’area è di quelle che verrebbero classificate come “sensibili”. L’amianto, in Italia, è messo al bando dalle legge n.257 del 12 marzo 1992 e l’esposizione professionale alle pericolose fibre è stata oggetto di provvedimenti legislativi specifici che hanno istituto un trattamento assicurativo per i lavoratori affetti da malattie provocate dall’esposizione all’amianto, stabilendo altresì norme per la sorveglianza sanitaria preventiva e periodica. La bonifica, quindi, è obbligata, una volta che ne viene accertata la presenza. E i lavoratori sono tenuti a far valere i propri diritti come sta succedendo, da qualche giorno a questa parte a Palazzo Nuovo a Torino, sede delle facoltà umanistiche dell’Università. “Tutti a casa finché non sarà eliminata ogni minima traccia di asbesto”, gridano le rsu dell’università. E quelle del Comune di Chivasso? Possibile che il sindaco-oncologo Ciuffreda, l’assessore all’ambiente Massimo Corcione o chi per loro non abbiano mai pensato alla bonifica di quel deposito? Non è forse questa una delle priorità che un sindaco del suo curriculum professionale avrebbe dovuto risolvere all’indomani dell’insediamento in Municipio? Può mica dire che non se ne è mai accorto, affacciandosi dal suo balcone? “Giustizia - Ricerca - Bonifica” è lo striscione dietro cui Ciuffreda manifestava a Cavagnolo. Forse, un bagno di umiltà e un’occhiatina un po’ più attenta a cosa gli succede sotto il naso, non guasterebbero mica...
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