Il Comitato Civico per la Difesa dell’Acqua Pubblica a Rondissone non si da per vinto. A poco meno di un mese dal Consiglio comunale che ha visto l’amministrazione del sindaco Miriam De Ros cedere la gestione dell’acquedotto all’azienda torinese Smat - ricevendo in cambio la proprietà di due azioni per la modica cifra di 64,5 euro ciascuna -, gli attivisti rondissonesi non si rassegnano e ricominciano la loro battaglia. Come? Tappezzando i muri del paese con manifesti dal titolo “Non ci arrendiamo, non finisce qui!!!” seguiti da un ringraziamento - naturalmente ironico - ai componenti della Giunta. “I cittadini di Rondissone ringraziano il sindaco De Ros, il vice sindaco Maurizio Martin ed i componenti della Giunta Claudia Ghignone, Piera Formia, Debora Monteleone e Massimo Vincenti per aver votato la delibera che regala la gestione dell’acquedotto a Smat spa - recita il manifesto a caratteri cubitali e riportando le foto degli amministratori -. Con questo atto hanno tradito gli interessi dei cittadini”. Poi, rivolgendosi alla popolazione, il Comitato continua: “Facciamo notare che alle nostre richieste di dialogo non ci è stata mai data una risposta. Le nostre domande e proposte hanno ricevuto sempre disprezzo ed ostilità, siamo sempre stati ignorati dall’amministrazione che ha invece proseguito imperterrita per la sua strada. Il sindaco continua a ribadire che la proprietà del Comune non saranno regalate, ma la gestione dell’acquedotto passerà a titolo gratuito”. In barba a tutti i sacrifici di quei rondissonesi che, proprio quell’acquedotto, l’avevano costruito con le loro mani. “Più che un regalo - si legge ancora - è un’operazione geniale in cui chi si è occupato del problema ha dato il meglio di sé e ha pagato il costo di due azioni Smat (circa 129 euro) per avere in cambio l’aumento della bolletta e tutte le imposizioni della Smat. Questa società sarà molto grata al signor sindaco ed al suo vice, i cittadini tutti molto meno”. A chiudere il manifesto è quindi la richiesta di revoca della delibera approvata durante la seduta del Consiglio. “Fa riferimento a un articolo di legge che è stato abrogato con il referendum del 2011”. L’unico a non essere nominato nell’elenco è Michael Torasso, il consigliere di maggioranza che, al momento della votazione della delibera, si schierò dalla parte di minoranze e Comitato votando contro il passaggio a Smat e il suo stesso gruppo.
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