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I CONTI RADICATI-SCHUMANN

I CONTI RADICATI-SCHUMANN

castello di Passerano Marmorito

Julie Schumann era nata a Dresda l’undici marzo del 1845, proprio quando il padre Robert risente delle prime forti crisi depressive che lo condurranno al tentato suicidio nelle acque del Reno e al ricovero volontario nel manicomio di Endenich. Quando viene internato, Julie ha nove anni ed è ammalata di tubercolosi come il fratello Felix; viene così mandata a Berlino dalla nonna e poi ospitata da alcune famiglie amiche nel sud della Germania, probabilmente per evitare il contagio con gli altri suoi fratelli. La terza figlia degli Schumann è davvero “la più bella”, come l’aveva definita il padre Robert e nonostante la malattia la renda fragile, sprigiona un tale fascino che non lascia indifferenti. Trascorre il tempo con la madre Clara, quando i numerosi impegni lo permettono e con gli amici di famiglia. Questi sono Brahms, Liszt, Schubert e Mendelsshon, in quell’antica e consolidata tradizione tedesca dell’Hausmusik: la riunione musicale in ambiente domestico. Un frequentatore di quella colta cerchia di musicisti è il Conte Vittorio Amedeo Radicati di Passerano. Egli non resiste al fascino e alla bellezza della giovane Schumann, se ne innamora, le chiede di sposarlo e di seguirlo in Piemonte, nel suo castello di Passerano Marmorito. Il Conte Radicati ha quattordici anni più di lei, ma Julie accetta infrangendo il cuore ed i sogni di Johannes Brahms.   Nel 1856 Brahms era piombato in casa Schumann a vent'anni e si era innamorato di Clara, circondata da molti figli e vicina a non avere più intorno il marito, prossimo a sparire nella follia. Casa Schumann fu la casa di Brahms e sarebbe stata ancora più sua intorno ai trentacinque anni, ma non fu così. La vita di Brahms ebbe un definitivo tracollo quando nel maggio 1896 mori Clara Schumann. Brahms la seguì nell'aldilà in meno di un anno, nell’aprile del 1897, ma in realtà egli aveva già voltato le spalle alla pienezza della vita quando Julie Schumann, ventitreenne, sposò il conte Radicati di Passerano. Brahms aveva visto crescere i figli degli Schumann e, più anziano soltanto di una quindicina di anni, aveva seguito con occhio più che fraterno, l'aprirsi alla giovinezza della bella Julie. Quando ebbe il cuore in subbuglio, Brahms, innamorato, scrisse i “Canti d'amore”, maliziosi, in forma di valzer, per voci e pianoforte a quattro mani e quando Julie si sposò (e a lei aveva dedicato le “Variazioni” su un tema di Schumann, nel 1861), il musicista riversò nella musica un suo risentito dono nuziale. Nacque così l’Opera 53, per contralto, coro maschile e orchestra, scritta “per la sua contessa Schumann... ma con collera nascosta, con rabbia”, come confessò l'autore, considerandola  come l'epilogo dei “Canti d'amore”. Brahms, nell’elaborazione di tale materiale poetico, si ricollegò e diede vita a un’ispirata rassegna delle diverse qualità ritmiche e di carattere del tempo di valzer, senza mai scadere nell’affettazione sentimentale o nell’ammiccamento salottiero, ma al contrario fornendo un elegante modello impreziosito nella colorazione armonica e nella ricca veste contrappuntistica. La caratteristica principale dell’operetta consisteva nell’espressione di un sentimentalismo informale e disimpegnato, declinato in alcune fra le più tipiche manifestazioni del codice poetico: il desiderio, la ritrosia, il diniego, la malinconia, l’ossessione, la gioia, l’estasi tanto sospirata e mai chiaramente dichiarata. Infatti, durante un'estate idilliaca quando Brahms era in visita alla famiglia e stava componendo le sue Liebeslieder Valzer, esibendo deliziose canzoni d'amore, la sera, dopo pomeriggi  festosi in barca e picnic, un giorno, Clara annunciò  con entusiasmo che Julie stava per fidanzarsi con un conte italiano. Senza dire una parola, Brahms uscì fuori di casa e solo qualche tempo dopo se ne era capito il motivo. Nessuno in famiglia aveva avuto idea ...   Così Julie Schumann sposa il Conte Vittorio Amedeo Radicati, diventando contessa Radicati-Schumann. La cerimonia si svolge il 22 settembre 1868 a Lichtenthal, nei pressi di Baden Baden, a quel tempo luogo di residenza della madre Clara. I testimoni di nozze sono Brahms, il fratello Ferdinand Schumann e il conte Filippo Gautier . Qualche giorno dopo vanno a vivere nello splendido castello di Passerano. Julie porta con sé il pianoforte regalato dalla madre per il matrimonio e numerosi cimeli appartenuti al padre. Il conte Radicati è nato a Torino, di professione fa lo scrittore e discende da un’antichissima famiglia del Monferrato astigiano. Nell'interno del castello stucchi ed arredi sono conservati con cura scrupolosa. Da poco sono state risistemate le sale del piano superiore, alle quali si accede attraverso un'imponente scala ornata da due capitelli in arenaria del primo gotico, raffiguranti i segni dello zodiaco. La sala principale è arricchita da un soffitto a cassettone finemente intagliato, firmato da un certo Torta di Grana nell'anno 1484, le cui decorazioni a colori vivaci, rappresentano gli stemmi di molte nobili casate. Nella stanza della torre Julie raccoglie i cimeli del padre Robert e successivamente rimarranno preziose testimonianze della loro vita al castello: lettere, spartiti, oggetti di famiglia, quadri, libri, fotografie ma soprattutto il pianoforte, acquistato insieme a Brahms, dono di nozze di Clara alla figlia. Il loro matrimonio è felice ma durerà solamente tre anni. La salute di Julie è seriamente compromessa, ma riesce lo stesso a dare alla luce due figli: Edoardo il 31 agosto 1870 e Roberto il 19 agosto dell’anno successivo. Il primogenito sopravviverà solo sette anni e Julie morirà il 10 novembre del 1871 nel tentativo di mettere al mondo il terzo figlio. Da diverso tempo ormai Julie stava peggiorando e anche la madre Clara era preoccupata per come sarebbe riuscita a gestire i rigori della maternità. La sua condizione si era aggravata ulteriormente dopo la nascita del suo secondo figlio e la notizia della sua morte non gli giunse inaspettata. Clara la ricevette con un telegramma recapitato in un pomeriggio mentre stava accompagnando un recital. Consapevole del fatto che l'annullamento avrebbe causato troppi problemi alla compagnia, andò avanti con le prestazioni senza dirlo a nessuno fino a quando lo spettacolo non finì. Era tipico di Clara trovare conforto nella musica per difendersi dal mondo reale che la circondava. Si concluse così la breve vita della bella e sfortunata Julie Schumann in un piovoso autunno del 1871 a soli 27 anni. Il marito Vittorio Amedeo la farà inumare nel cimitero parigino di Père-Lachaise e oggi ci sono ancora i diretti discendenti di questa famiglia.   I tre anni trascorsi da Julie Schumann al castello di Passerano sono più importanti di ciò che si possa pensare. Infatti le origini dell´Accademia Corale "Stefano Tempia" si possono individuare proprio nelle riunioni musicali che dal 1886 si tennero in casa del conte Vittorio Radicati di Passerano Marmorito  e alle quali parteciparono professionisti ed amanti della musica uniti dal comune interesse per lo studio e la diffusione del repertorio corale italiano. Fu nel 1875 che il violinista, compositore e direttore di coro Stefano Tempia fondò l´Accademia musicale, che alla sua morte, avvenuta solo tre anni più tardi, prese il suo nome. L´Accademia Corale Stefano Tempia è la prima associazione musicale del Piemonte e l´Accademia Corale più antica d´Italia e si distingue fin dalle origini per le frequenti collaborazioni con prestigiosi direttori come Giovanni Bolzoni, Giuseppe Martucci, Lorenzo Perosi, Arturo Toscanini e la realizzazione di grandi eventi culturali tra cui la prima esecuzione in Italia del "Judas Maccabeus” di Haendel,  il primo marzo 1885 e la prima esecuzione a Torino della "Nona Sinfonia di Beethoven", il 18 marzo 1888. Il loro primo saggio si tenne il 12 marzo 1876 sotto la direzione di Tempia, nella sala del Ginnasio Gioberti di Torino, ed in quella sede si svolsero le manifestazioni dell’Accademia per sessant’anni, fino al 1935, quando il salone del Conservatorio Giuseppe Verdi divenne la sede ufficiale dei concerti. Vittori Amedeo Radicati scrisse la versione italiana delle “Scene dal Faust” di Robert Schumann che fu diretta da Giuseppe Martucci il 19 maggio 1895 in Prima Nazionale.
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