Ridondare e locupletare Ridondante dal latino redundare traboccare, derivato da unda onda, preceduto dal prefisso red- indietro, di nuovo. Un'etimologia sorprendente. Infatti, visto che questa parola assume comunemente il significato di ripetitivo, sembrerebbe una parola onomatopeica, quasi a rendere il il riecheggiare di uno stesso suono. Ma non è così, questa parola nasce dai giochi che fanno le onde dei liquidi che rimbalzano fra le sponde di ciò che li contiene, si sollevano e traboccano. Il ridondante diventa quindi il troppo pieno, l'eccessivamente ricco, il sovrabbondante; il pleonastico, nel senso di inutilmente ripetitivo, non è che una conseguenza eventuale di queste qualità. Ad esempio, se parlo di un pasto ridondante, secondo il significato principale lo descrivo come esageratamente abbondante, ma potrei anche intendere che mi hanno servito uova di antipasto, primo, secondo e dolce. Se critico uno stile ridondante, intendo bacchettarne i barocchismi esasperati o magari voglio porre l'accento sul continuo ripetersi di medesimi concetti o figure retoriche. E se dico che una narrazione è ridondante, intendo dire che è locupletata di elementi inutili , oppure che gira su sé stessa tornando sui soliti elementi. Ho usato la parola locupletare che deriva dal latino: locupletare, derivato di locuples ricco, composto di locus terra e -ples pieno, ovvero pieno di terre. Locupletare è una parola bella e rara, che sono in pochi a conoscere e in ancor meno a usare. Locupletare significa arricchire, e denota questo significato a partire dall'immagine più primitiva della ricchezza, cioè la terra. Allora locupletato è chi o ciò che è stato fornito di averi ingenti, o arricchito in senso figurato. Il rampollo della casata si ritrova locupletato senza aver mosso un dito. Personalmente dopo certi pranzi ho locupletato la pancia. Ridondare e locupletare sono due lemmi sempre di mene usate, e che entrano nel circolo vizioso che pochi la conoscono, anche chi la conosce non la userà , abbandonandole, ed è un vero peccato linguistico. Favria, 11.04.2015 Giorgio Cortese Certi giorni ho la sensazione che la vita sia un immenso labirinto nel quale prendo la strada sbagliata prima ancora di aver iniziato il percorso..
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