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BRANDIZZO. Il laghetto comunale? Abbandonato a se stesso...

Per il laghetto comunale svoltare a destra”. Davanti al cimitero comunale di Brandizzo, in via Maestro Rossi, sono in tanti a leggere il cartello con le indicazioni stradali, ma pochi - a dir la verità - possono dire di esserci stati. “Dicono che si trovi vicino ad una cava di estrazione, ma io non l’ho mai visto”, raccontano i più facendo “spallucce”. Arrivarci è difficile, eppure esiste. Noi ci siamo andati. Seguendo la strada alle spalle del cimitero bisogna imboccare il primo bivio sulla destra e poi svoltare ancora una volta, sempre a destra. Appena superato un ponte e subito prima della sede della ditta Unical Calcestruzzi, eccolo... L’entusiasmo iniziale della scoperta lascia subito spazio alla delusione. Entrando nel cancello un cartello sbiadito da sole e pioggia riporta la scritta “Parco Fluviale degli Antichi Argini del Po”, su un cancello arrugginito, invece, leggiamo “Gruppo Pesca Sportiva Brandizzese”. Il resto è terra di nessuno, ma anche di tutti. Rifiuti di ogni sorta, lattine di birra vuote, secchi, sacchi neri, resti di feste non proprio tranquille ma anche l’incuria, erba e piante ormai troppo cresciute la fanno da padrone. La rete di un materasso e qualche coperta sudicia ad indicare il giaciglio improvvisato di qualche “clochard” completano il panorama. Si aggiungono alla lista anche persone incivili che, approfittando della totale mancanza di controlli, vanno a pescare illegalmente con gommoni, reti ed esplosivi - non a caso avvicinandoci sempre di più alla riva del lago, incontriamo tracce di terra bruciata e carbonella. Arrivati a questo punto il desiderio di saperne di più su questo luogo nasce spontaneo. Così pure le domande. Quando è nato il laghetto comunale? Qual è la sua storia e quali i progetti per il futuro? Ma, soprattutto, l’amministrazione del sindaco Roberto Buscaglia è a conoscenza dello stato di degrado in cui si trova un bene di proprietà comunale? Documentandoci, scopriamo che fino alla fine del vecchio millennio, lo specchio d’acqua era di proprietà privata. Si trasformò in acqua pubblica nel 2000 quando l’alluvione del Po fece straripare il torrente Peroda nel laghetto brandizzese. Rispettando la legge secondo cui “quando un’acqua pubblica si immette in una privata, automaticamente tutta l’acqua diventa pubblica”, l’area diventò una proprietà del Comune. Nel 2003 parte “Parco sul Po”, un progetto che mira a valorizzare la flora e la fauna locali e a fornire ai residenti un’opportunità di svago. Non fu mai realizzato. Addirittura l’associazione Gruppo Pesca Sportiva Brandizzese - che lì esercitava le proprie attività - lo abbandonò. Oggi, e fino al 2016, l’area è vincolata da una convenzione tra Comune e Società Calcestruzzi Piemonte per attività di tipo estrattivo che implicherebbero anche la realizzazione di altri due laghi artificiali. Questa la teoria. In pratica, nulla di tutto ciò è stato mai realizzato e mai si farà. Del futuro dell’area abbiamo, invece, chiesto al vicesindaco Fulio Merlo. Che ha dichiarato: “In effetti, siamo consapevoli che tutta la zona del laghetto comunale sarebbe da rimettere a posto. Ma fino a quando non scadrà la convenzione con Unical Calcestruzzi, nel 2016, non possiamo fare molto”. Superato questo termine - a sentire le parole di Merlo e risorse economiche permettendo - potrebbe essere avviato un nuovo progetto di riqualificazione ambientale. “Favorire il naturale sviluppo della flora e della fauna locali per fare del sito un’area di svago e di studio”. Se si farà, staremo a vedere.
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