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JULIE SCHUMANN: "LA PIU' BELLA"

JULIE SCHUMANN: "LA PIU' BELLA"
“Pasqua 1828. Estasi notturne. Di giorno, improvviso continuamente. Anche fantasie letterarie alla maniera di Jean Paul. Particolare entusiasmo per Schubert, Beethoven pure, Bach meno. Lettera di Robert Schumann a Franz Schubert (non spedita)”.   In questa storia che sto per narrarvi, vita reale e sogni effimeri si confondono e si mescolano nella romantica cornice ottocentesca dello “Sturm Und Drang”. Il protagonista principale è Robert Schumann: l’inventore dell’estetica musicale. Nelle sue composizioni egli riesce a creare un mondo fantastico, popolato di personaggi che rappresentano simbolicamente se stesso e i suoi amici, in un tema del doppio, della maschera, del travestimento, tanto caro ai poeti romantici dell’Ottocento. Così Robert  Alexander Schumann, incapace di definirsi in modo univoco, diventa “Florestan” l’appassionato, l’impetuoso; ma allo stesso tempo è anche “Eusebius” il melanconico, il sognatore e i suoi amici sono il “Maestro Raro” e “Zilia”: rispettivamente Friedrich Wieck e sua figlia Clara, già eccezionale pianista a dodici anni. Tutti questi personaggi giocheranno un ruolo fondamentale nelle vicende che seguiranno, e come in un tormentato sogno, tutto inizierà nel 1810 in un paesino della Sassonia, per concludersi in una piovosa giornata d’autunno del 1872 tra le colline del Monferrato.     Robert Schumann nasce l’otto giugno a Zwickau, in Germania e come per Mozart, il maggior interprete dello “Sturm Und Drang” musicale, deve molto al padre. Il libraio August Schumann aveva sempre assecondato la sua vocazione letteraria e musicale, senza mai forzarlo ad occuparsi dell’attività della libreria. Anzi è ben lieto di incoraggiare l’intelligenza curiosa del figlio aiutandolo ad introdursi nel bel mondo della cultura, consigliandolo sulle letture, istruendolo sul teatro e portandolo ai concerti.  Nel 1819 a Karlsbad si esibisce uno dei pianisti più celebrati del momento, Ignas Moscheles e i due Schumann, padre e figlio, vanno ad ascoltarlo. Robert ha nove anni e per lui quel concerto è una rivelazione: decide di diventare pianista. Purtroppo però il desiderio è maggiore del talento: si impadronisce bene della teoria, ma come esecutore, nonostante l’impegno, rimarrà solo sempre un ottimo dilettante. A dodici anni Robert forma una piccola orchestra con i compagni di studi, a quindici fonda un circolo letterario, ma  come allievo del Liceo di Zwickau, non è particolarmente brillante. Legge appassionatamente i contemporanei come Byron, Tieck, Novalis, ma soprattutto Jean Paul Richter che è solito trasfigurare avvenimenti privi di interesse in storie intriganti e fantastiche. Nell’aprile del 1825 la vita romantica del giovane Schumann viene sconvolta da una tragedia: la sorella minore Emilie, affetta da una “demenza tranquilla”, ormai in un disperato stato autistico nel quale ha perso ogni contatto col mondo, annega suicida e il 10 agosto 1826 muore anche il padre August. Nel 1828 lascia Zwickau per trasferirsi a Lipsia ed iscriversi alla "fredda facoltà di giurisprudenza” per accontentare la madre. Infatti, oltre a non portarla mai a termine, della vita dello studente universitario di legge, al giovane Schumann piacciono soprattutto gli aspetti goliardici. Oltre alle discussioni letterarie e la musica, ama in particolare la frequentazione del gentil sesso e le bevute in compagnia degli amici, tanto che spesso viene ritrovato ubriaco. A Lipsia incontra un vecchio amico, il dottor Carus, sua moglie Agnes è dotata di una bellissima voce ed essendo una estimatrice dei lieder di Schubert glieli rivela nel fuoco dell'entusiasmo che consuma lei stessa. Robert , ritornando immediatamente al suo pianoforte, compone per lei alcuni lieder, suona musiche di Schubert, continuamente, senza mai stancarsi, quindi incomincia a leggere Mendelssohn. In casa Carus conosce il maestro Friedrich Wieck da cui riceve alcune lezioni e fa qualche progresso, ma il suo impegno non è costante e nell’agosto 1829 intraprende un viaggio a piedi in Italia. In una lettera alla madre spedita il 3 agosto scrive: “La Svizzera dista dodici miglia da qui, e l'Italia non è molto più lontana. Ascolta soltanto queste armoniose parole: “Domo d'Ossola, Arona, Lago Maggiore, Milano, Brescia, Verona, Padua, Venezia”. A Milano ascolta alla Scala Giuditta Pasta in un'opera di Rossini e a Venezia viene derubato dei pochi soldi che ha con sé. A Pasqua dell’anno seguente, ascoltando un concerto di Paganini a Francoforte, rimane talmente impressionato da decidere di abbandonare l’università e dedicarsi completamente alla musica. Tornato a Lipsia si stabilisce a casa di Wieck, promettendo al maestro applicazione e costanza negli studi. Frequentando casa Wieck Schumann conosce Christel, una domestica di cui si innamora. La relazione dura felicemente per diversi anni, però è proprio in questo periodo che Schumann contrae la sifilide che sarà probabilmente la causa della follia che colpirà il compositore negli ultimi anni della sua vita. Dopo più di un anno di lezioni del maestro Wieck i suoi risultati sono sempre mediocri. La piccola Clara, figlia dei Wieck, impara nel giro di una settimana le variazioni dell’opera 2 di Chopin che lui non è riuscito a padroneggiare in diversi mesi. Alla fine del 1831, approfittando dell’assenza dei Wieck, pensa di aver trovato la soluzione. Costruisce un macchinario che applicato alla mano, avrebbe dovuto aiutarlo a migliorare la sua tecnica pianistica costringendo le dita a maggiori articolazioni. Il risultato è una temporanea paralisi della mano destra, con una successiva incapacità di articolare perfettamente le dita e di conseguenza il tramonto definitivo della carriera pianistica.   Il caso vuole però che nel dicembre del 1831, la rivista “Algemeine Musikalische Zeitung” di Lipsia, pubblichi una recensione di Schumann proprio di quelle variazioni di Chopin che gli riuscivano così difficili da suonare. Nello scritto compaiono Florestan ed Eusebius, i due personaggi creati da Schumann che illustrano entusiasticamente i caratteri di novità del pezzo. In questo periodo infatti, l’estetica musicale deve appoggiarsi ad un’idea esterna, letteraria che possa sostenerla. Ormai si desidera comporre una musica che non segua più solo una forma predeterminata come la sinfonia o la sonata, ma che crei, di volta in volta, la sua forma. Da questo punto di vista il suo contributo è davvero fondamentale e gli ambienti musicali apprezzano tantissimo lo stile della recensione di Schumann, che vede aprirsi di fronte a sé la possibilità di intraprendere un lavoro come critico musicale. Decide di creare una sua rivista e il 3 aprile 1834 appare il primo numero della “Neue Leipzig Zeitschrift Fur Musik” (Nuova Rivista di Musica di Lipsia), che l’anno successivo si trasforma semplicemente in “Neue Zeitschrift Fur Musik”. Schumann ne è il proprietario, redattore ed estensore della maggior parte degli articoli. Il più famoso che scriverà si intitola “Vie Nuove” e sarà quello che nel 1853 segnalerà al mondo musicale un oscuro giovanotto di Amburgo come il profeta della nuova musica: “Johannes Brahms”. Per dieci anni la “Neue Zeitschrift”, diffusa in tutta Europa, sarà il punto di riferimento di tutti coloro che mirano ad un rinnovamento della musica e alla ricerca di un rapporto sempre più libero tra forma ed espressione. Intanto continua anche l’attività di compositore e tra le sue liberissime proposte musicali, comprese in un ascendente di maschere, giochi e battaglie, matura anche l’amore della sua vita. In casa Wieck, Schumann incomincia ad accorgersi che la piccola Clara non è più una bambina. E’ più giovane di lui di nove anni, ma l’affetto che ne ha sempre nutrito, come di una cara sorellina, ora è cambiato. Nel novembre del 1835 i due si dichiarano. Lei ha sedici anni e una futura brillante carriera di pianista, per cui il padre non vuole saperne di Schumann che considera un buono a nulla e lo mette alla porta. La lotta con Wieck dura dieci anni e solamente il 12 settembre 1840, dopo un processo che sottrae Clara alla tutela del padre, i due riescono a sposarsi. Il loro è un matrimonio felice ma non facile. Clara mette al mondo otto figli più due gravidanze interrotte e deve perciò interrompere spesso la carriera. La terza figlia degli Schumann, che il padre definisce “la più bella”, è ritratta in questa foto scattata nel 1868, un anno prima del suo matrimonio, a Torino, quando aveva 23 anni.   Nel matrimonio tra Robert e Clara è lei a sostenere economicamente la famiglia. Una sola tournee in Russia, nel 1844, frutta quasi 5000 talleri, quando nello stesso anno, Schumann vende la proprietà della rivista per 500. Questa condizione di inferiorità professionale accresce la frustrazione di Schumann che cerca continuamente, ma invano, adeguati riconoscimenti personali. Tra il 1843 e il 1844 viene chiamato da Mendelsshon, un suo grande estimatore, per tenere alcuni corsi al conservatorio di Lipsia, solo per accorgersi di non essere adatto per l’insegnamento. Per ben due volte è ancora Mendelsshon che gli lascia il suo posto di direttore d’orchestra al “Gewandhaus”, ma gli orchestrali preferiscono il danese Niels Wilhelm Gade. Nel 1849, a Dresda, tenta invano di occupare il posto lasciato libero da Wagner e solo nel 1850 riesce a farsi assumere a Dusseldorf come direttore dei concerti sinfonici. Ma anche questo incarico gli procura più critiche che consensi. Continua comunque a comporre, mentre la sua salute fisica e mentale declina rapidamente. Già dal 1845 è vittima di forti crisi depressive dovute allo scarso successo delle sue composizioni, fino a quando nell’estate del 1852 ha un crollo nervoso. Nel 1853 si dedica appassionatamente alle sedute spiritiche, ma all’inizio dell’anno successivo soffre di ulteriori crisi depressive e di allucinazioni che lo spingono, il 27 febbraio dello stesso anno, a tentare il suicidio gettandosi nel Reno. Ripescato da alcuni barcaioli, viene ricoverato in una clinica per malattie mentali a Endenich, vicino a Bonn, dove vi morirà il 29 luglio 1856. Sulla pazzia di Schumann si è scritto molto. Forse dovuta ad una degenerazione dell’instabilità emotiva manifestata fin da giovane, la sifilide, una forma di arteriosclerosi, o forse il non aver retto i continui insuccessi della vita. Quello che è certo è che il successo sembra aspettare proprio la morte di Schumann per presentarsi. Scomparso il marito, Clara può riprendere a pieno ritmo la sua attività concertistica che la porta ad affermarsi come una delle pianiste più acclamate al mondo. Nei suoi concerti suona i pezzi del marito e sotto le sue dita, quei brani, si rivelano uno dei più alti risultati della letteratura pianistica di tutti i tempi. Clara ora è sola con i suoi figli. Julie ha tredici anni e vive nel sud della Germania. Ama il pianoforte come sua madre e come lo amava il padre Robert.  La vita e il destino di Julie Schumann la condurranno fuori dalla Germania. Nel prossimo articolo vedremo dove e perché.
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