Qualche volta, quando c’è qualche problema, la buttano così. Con una battuta ed una risata anche là dove ci sarebbe solo da piangere, ma piangere sul serio. Questa volta, però, sulla pelle dei cittadini non s’ha da scherzare. Tanto meno se si tratta di coinvolgere famigliari defunti, cari ricordi e, diciamolo pure, anche un bel po’ di soldi. Questa volta nel centro del mirino del piccolo mondo rondissonese è la strana, e vuoi tragica situazione, in cui versa il cimitero comunale. Una situazione che si protrae, in verità, da anni. La storia ce la raccontano un paio di cittadini che un po’ per timore, un po’ per rispetto per i loro cari defunti, chiedono di poter rimanere anonimi. I fatti, ci spiegano, iniziano nel lontano 2002 quando a sedere sullo scranno più alto del Palazzo comunale era l’allora sindaco Maurizio Martin. L’attuale vice sindaco aveva approvato il progetto di ampliamento del cimitero con la costruzione di 14 tombe di famiglia semi interrate - ovvero sviluppate in verticale scendendo sotto terra- con dieci posti ciascuna. “Tranne tre, le altre erano di proprietà del Comune, che le ha vendute chiedendo circa 15 mila euro a tomba”. Una cifra piuttosto economica, ad esser sinceri. E così per alcuni l’affare è fatto. Nel 2008, però, non si sa bene perché, alcuni di coloro che avevano acquistato la tomba, decino di dare un’occhiata al posto dove riposeranno per sempre, giusto per controllare che sia tutto così com’era stato loro venduto. “Quando abbiamo sollevato il coperchio della struttura muraria non sapevamo più se ci trovavamo in un cimitero oppure in una piscina - dicono, ironizzando un po’ -. Lo spazio destinato ai loculi era sommerso da quasi un metro d’acqua. Al che abbiamo chiesto un incontro al Comune per capire cosa fosse successo ma non abbiamo ricevuto alcuna spiegazione. Anzi, si sono limitati solamente ad asciugare l’acqua con le pompe...”. Tombe inondate - sempre le stesse - ed interventi tecnici per svuotarle sono i fatti che si sono susseguiti più volte nei mesi successivi. “Ho pensato che il problema potesse essere stato causato da una falda acquifera presente lì sotto - prosegue una delle vittime di questa vicenda -, ho proposto all’amministrazione dell’epoca di scavare un piccolo passaggio per far defluire l’acqua. Mi hanno detto che era impossibile e che sarebbe costato troppo”. Dal Comune hanno rilanciato con una contro-proposta: bloccare l’acqua con una colata di cemento che avrebbe occupato lo spazio di due loculi. “L’hanno fatto e in cambio tutti abbiamo ricevuto un rimborso di quattro mila euro. Tre mila ce li ha dati il Comune, gli altri mille li ha messi la ditta che ha eseguito i lavori”. Era il 2009. A questo punto, se tutto si fosse risolto con una colata di cemento e via, il caso sarebbe bell’è che chiuso. Ma purtroppo non è stato così... Siamo nel 2015 ed il problema, sorpresa delle sorprese, c’è ancora. “Non soddisfatti, per tutti questi anni abbiamo continuato ad aprire le tombe e puntualmente le abbiamo trovate allagate - proseguono i due rondissonesi -. Alla fine da soli abbiamo scoperto che i loculi si riempiono a prescindere dalla falda acquifera. L’acqua che ogni santa volta troviamo non proviene da sotto ma da sopra”. E’ quella del cielo, della pioggia e della neve. “Quello che noi chiediamo è che il Comune, che oggi si ostina a non muovere nemmeno un dito, si adoperi per porre fine a tutta questa storia, magari impermeabilizzando le tombe”. Che in Giunta, dove siedono il sindaco Miriam De Ros e il vice Maurizio Martin, qualcuno non abbia scoperto la vera causa del problema è infatti da escludere. Facendo un giro al cimitero si possono benissimo notare i teli di nylon posati sopra le tombe vuote. Il dubbio che qualcuno, dal Comune, abbia ordinato di metterli un po' viene...
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