Dicevano che tutto si sarebbe risolto nel giro di qualche mese. Sarebbe bastato incrociare le braccia per un po’e richiedere il sostegno delle Istituzioni per far smuovere le acque. Poi un tavolo istituzionale con i “pezzi grossi” del Ministero dello sviluppo economico avrebbe rimesso a posto tutto. Dicevano che nel frattempo sarebbero stati garantiti gli ammortizzatori sociali. Addirittura l’assessore al lavoro regionale Gianna Pentenero lo aveva assicurato qualche giorno fa. “I punti vendita del Mercatone Uno di Mappano e Brandizzo non chiuderanno - diceva -. Posso rassicurare i lavoratori che le ultime azioni commerciali non sono collegate alla chiusura dei punti vendita ma con tutta probabilità alla necessità di massimizzare i flussi di cassa in entrata, al fine di una gestione ottimale della fase di procedura per il pagamento dei fornitori, delle utenze e dei lavoratori”. Usare il passato ormai è d’obbligo. Giovedì 19 marzo, il tribunale di Bologna, quello che ha in mano le pratiche legali dell’azienda, oltre alla svendita generale in 34 dei 79 punti vendita, ha comunicato anche la chiusura entro il 27 aprile. In alcuni casi addirittura entro una settimana. Secondo quanto reso noto da Filcams-Cgil, il sindacato che più di tutti sta combattendo per salvare il lavoro di oltre 3500 dipendenti in tutta Italia ,“la situazione non migliorerà nemmeno se le manifestazioni di interesse dei tre potenziali acquirenti si traducessero in proposte di acquisto concrete”. Il salvataggio - i vertici della società lo hanno detto e stradetto più volte - coinvolgerebbe solamente il 50 per cento dei negozi. Quelli più grandi, più nuovi e più appetibili per il mercato. L’altra metà verrà lasciata con le catene ai cancelli e le serrande abbassate. E di fronte alla pessima gestione aziendale, all’avvio della svendita delle merci, alla chiusura del “Punto Oro” e all’interruzione dello scarico delle merci che altro non fanno se non confermare la sua chiusura sempre più vicina, il punto vendita di via Torino- insieme a qualche altro del territorio nazionale- non poteva rimanere a guardare. Sabato e domenica i lavoratori hanno nuovamente incrociato le braccia in segno di protesta. A confermarlo, Antonella Argentini, referente Filcams- Cgil e dipendente del centro brandizzese: “La Filcams- Cgil ha proclamato un nuovo sciopero a cui hanno aderito quasi tutti i 34 negozi in svendita. I dipendenti della Uil invece hanno scelto di continuare a lavorare”. Questo nonostante sia arrivato l’obbligo di trasferire tutta la “merce buona” negli altri centri…
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