E’ una battaglia sempre più agguerrita quella combattuta tra il Comitato Civico per la difesa dell’acqua pubblica di Rondissone e la maggioranza di Miriam De Ros per la gestione della rete idrica comunale. Mentre martedì scorso sindaco & company muovevano i loro passi annunciando ai membri della minoranza ed ai rappresentanti di Smat spa l’intenzione di approvare il passaggio di gestione dell’acquedotto del Comune all’azienda torinese al prossimo Consiglio comunale, gli attivisti guidati da Barbara Squillace preparavano la loro offensiva. Insieme al Comitato provinciale Acqua Pubblica di Torino di Mariangela Rosolen, e con in mano una raccolta di oltre 500 firme, il comitato rondissonese ha inviato una segnalazione, o meglio due, alla Corte dei Conti del Piemonte, ai cittadini e agli stessi amministratori per un “pessimo esempio di cattiva amministrazione”. “Sosteniamo che l’acqua di Rondissone, finchè è gestita dal Comune, è ancora un bene pubblico - scrivono nella lettera -. Ma se l’acquedotto comunale verrà ceduto, non lo sarà più perché Smat è una società per azioni di diritto privato e la gestirà come una merce qualsiasi da vendere sul mercato, a fini di lucro, in violazione del Referendum del 12-13 giugno 2011 che ha abrogato i profitti nella tariffa dell’acqua”. Poi continuano: “Il Comune non deve diventare azionista di Smat perché dovrebbe spendere soldi pubblici per comperare le azioni di una società di diritto privato, essendo un piccolo Comune avrebbe lo 0,0001% del capitale azionario e non conterebbe nulla, non riuscirebbe nemmeno più a controllare il proprio acquedotto, provocherebbe un danno economico notevole agli utenti di Rondissone che ora pagano una tariffa di 0,70 euro/metro cubo mentre la tariffa Smat per il 2015 è di 1,65 euro/metro cubo”. Gli esponenti dei due Comitati spostano poi l’attenzione al bilancio dell’acquedotto degli anni 2012, 2013 e 2014 per dimostrare che “sindaco, assessore e consiglieri comunali non sanno fare i conti e che probabilmente le entrate dell'acquedotto sono sufficienti per la sua manutenzione ordinaria e straordinaria. E se anche occorresse aumentare le tariffe per il depuratore, esse rimarrebbero comunque inferiori a quelle praticate da Smat”. Nella seconda segnalazione, infatti, sostengono: “si tratta di un ‘elenco della spesa’ che non ha nulla a che vedere con quello che comunemente s’intende per bilancio”. Con quale criterio sono elencate le spese dell’anno? Come viene determinato il consumo di energia per il servizio idrico? A cosa si riferisce una spesa di 13.505,75 euro del 2014? Perché a fronte di minori consumi le spese aumentano? Sono solo alcune degli interrogativi presentati a De Ros e Corte dei Conti. Le risposte potrebbero arrivare proprio durante il tanto atteso consiglio comunale fissato per giovedì 19 marzo...
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