Procedono lentamente nel loro cammino, e su strade sempre più divergenti, le due Unioni Montane nate dalle ceneri della Comunità Montana Valli Orco e Soana. “Sulle ceneri” è un eufemismo, dal momento che la vecchia Comunità, proclamata morta per legge e privata di funzioni e di fondi, resta però ancora in piedi come organismo burocratico: lo scorso 30 dicembre il presidente della Regione Chiamparino ha prorogato di altri sei mesi, fino al 30 giugno 2015, l’incarico alla commissaria straordinaria incaricata di liquidare l’ente. L’Unione a Quattro (“Unione Montana Gran Paradiso”) creata ormai quasi due anni fa dai comuni di Locana, Sparone, Alpette e Ribordone, è lontana dalla piena funzionalità ma ha intenzione di operare come organismo unitario. Nello scorso dicembre aveva approvato il Regolamento di Polizia Municipale Associata, trasferendo all’unione le competenze che prima appartenevano ai singoli comuni. L’Unione a Sette (la “Valli Orco e Soana”), si è invece formalizzata due settimane fa, dopo che i vari consigli comunali avevano approvato in autunno lo Statuto e l’Atto Costituivo. Ricordiamo che ne fanno parte Pont, Frassinetto, Ingria, Ronco, Valprato, Noasca e Ceresole. La firma dei sindaci è però avvenuta in sordina: ciascuno si è recato singolarmente a siglare il documento presso il Comune di Pont, senza cerimonie di sorta, com’era invece avvenuto nel 2013 per l’altra Unione, nata ufficialmente la vigilia di Pasqua con una pubblica cerimonia. Anche questo dice quanto sia differente l’atteggiamento verso l’organismo che sostituisce la Comunità Montana: l’intenzione è di mettere insieme solo le funzioni obbligatorie per legge, ovvero la Protezione Civile ed il Catasto. Ora i consigli comunali dovranno nominare ciascuno un rappresentante di maggioranza. Due di essi hanno già provveduto: sono quelli di Valprato (convocato la sera di venerdì 30 gennaio e che ha nominato il sindaco Francesco Bozzato) e quello di Ingria, dove la seduta si è svolta sabato 31 gennaio. Venerdì prossimo sarà la volta di Frassinetto. Successivamente i sette gruppi di minoranza si dovranno riunire sotto la presidenza del sindaco di Pont per scegliere al loro interno i due consiglieri che li rappresenteranno. Sulle Unioni prende tuttavia una spada di Damocle: se il TAR desse ragione a quei Comuni che hanno fatto ricorso contro l’abolizione delle Comunità Montane potremmo assistere alla loro resurrezione, con quali nuove complicazioni e pasticci è facile immaginarlo. COMUNITA’ ED UNIONI MONTANE... LA “COMMEDIA DELL’ASSURDO” CONTINUA... Grazie al formidabile pasticcio creato dalla Legge Maccanti, cui non si riesce evidentemente a porre rimedio, continua la “Commedia dell’Assurdo” cui stiamo assistendo da oltre due anni. La vita (vegetativa o quasi) delle Comunità Montane è stata nuovamente prorogata fino al termine del 2015 ma non è detto, ovviamente, che non assisteremo ad un nuovo spostamento della data di morte. Nel frattempo i cittadini pagano lauti compensi a commissari liquidatori che non sanno bene cosa fare, i dipendenti vivono nell’incertezza del proprio futuro e l’attività degli enti proclamati defunti e tenuti in vita artificialmente è ridotta all’ordinaria amministrazione. Nel contempo, la costituzione delle Unioni Montane va a rilento. Quelle che provano ad accelerare si ritrovano ad affrontare un percorso irto di ostacoli e spendono soldi per prepararsi ad un passaggio di consegne che non arriva mai. I quattro Comuni dell’Unione “Gran Paradiso”, ad esempio, hanno impegnato ciascuno 250 euro per una consulenza sugli effetti finanziari e patrimoniali che lo scioglimento della Comunità e la confluenza nell’Unione creeranno. Lo studio è stato affidato ad un professionista torinese, il dottor Fabrizio Pen, commercialista e revisore dei conti. Sono cifre minime, che servono per un “primo studio esplorativo” ma, vista la complessità della materia, non è difficile ipotizzare altre e più consistenti spese. E tutto questo per cosa? Davvero si è portati a chiedersi se non sarebbe più sensato tornare in qualche modo alla situazione precedente, mettendo la sfrenata fantasia dei legislatori italiani al servizio – una volta tanto - del buon senso.
Unione Gran Paradiso: servizio associato di polizia
Mentre l’Unione Montana Valli Orco e Soana procede a passo di lumaca nella sua costituzione, quella del “Gran Paradiso”, comprendente i Comuni di Locana, Sparone, Alpette e Ribordone, cerca di accelerare le tappe unificando le funzioni ma si scontra con i problemi pratici che questo comporta per i comuni piccoli ed piccolissimi. Nell’ultima riunione del 2014 era stato approvato all’unanimità dei presenti il Regolamento di Polizia Associata, per la precisione “di Polizia Municipale ed Amministrativa Locale”. Composto di 43 articoli, ricalca sostanzialmente quanto predisposto per la Comunità Montana tranne alcuni particolari. Cosa prevede? L’unificazione del servizio e quindi, in prospettiva, la costituzione di un unico corpo di Polizia Municipale, destinato ad operare nei quattro comuni senza più distinzione di appartenenza. Nella fase transitoria gli agenti verranno invece assegnati all’Unione tramite l’istituto del “Comando”. La sede del servizio sarà a Sparone mentre negli altri centri si potranno creare uffici decentrati messi in rete tra loro e con la sede. Il Servizio dipenderà dal presidente dell’Unione o dall’assessore da questi delegato, che impartirà le direttive al Responsabile del Servizio in base alle decisioni assunte dalla giunta dell’Unione. Il Responsabile del Servizio sarà il dipendente con la maggiore anzianità fra quelli dei Comuni aderenti e potrà a sua volta nominare un vice, con criterio di rotazione in base al grado ed all’Anzianità di Servizio. L’orario di lavoro dei vigili dell’Unione sarà basato sulla suddivisione in due turni giornalieri di sei ore (fra le 7 del mattino e le 8 di sera), con possibilità di costituire un turno serale ed uno notturno in caso di necessità particolari. L’Unione s’impegna ad allestire i locali ed a prevedere la necessaria dotazione informatica, gli arredi ecc.: ciascun Comune potrà contribuire mettendo a disposizione beni ed attrezzature che tuttavia rimarranno di sua proprietà. Le spese di organizzazione e funzionamento saranno coperte attraverso i contributi regionali e con trasferimenti “pro-quota” da parte dei Comuni aderenti, da effettuarsi in rate semestrali con conguaglio al termine dell’Esercizio Finanziario. I proventi delle multe andranno all’Unione. Per quanto riguarda i veicoli di servizio, il parco-macchine delle attuali Polizie Locali verrà messo a disposizione dell’Unione, che provvederà a volturarli a proprio nome ed a stipulare le relative polizze di assicurazione.
Unione Montana Valle Orco e Soana: Statuto contestato
E’ appena stato approvato e già si presta a divergenze interpretative su questioni fondamentali… E’ lo Statuto dell’Unione Montana Valli Orco e Soana. Le contestazioni mosse dalla minoranza di Ceresole guidata da Mauro Durbano e dalla consigliera di opposizione di Noasca Wilma Giachino si basano sulla lettura degli articoli statutari. In effetti l’Articolo 9 al Comma 8 stabilisce che “in sede di prima costituzione del Consiglio dell’Unione, i consiglieri di maggioranza e di minoranza devono essere designati entro e non oltre i 45 giorni dall’entrata in vigore del presente Statuto”. Il Comma 10 recita: “Il Consiglio si ritiene validamente costituito con l’avvenuta designazione dei consiglieri di maggioranza dei Comuni aderenti” mentre la loro “mancata designazione entro i termini di cui sopra equivale al recesso dall’Unione del Comune che non vi ha provveduto” (questo al comma 9 del medesimo articolo). Quanto all’entrata in vigore dello Statuto, l’Articolo 44 al Comma 4 stabilisce che questo avviene “dopo 30 giorni dall’affissione all’Albo dell’ultimo Comune che vi provvede”. Il tempo a disposizione è dunque di 75 giorni in totale. Diversa l’interpretazione data alle norme citate dalla dottoressa Mancino, che – sempre in base allo Statuto – in quanto segretaria comunale del centro più popoloso, sarà anche la segretaria dell’Unione fino a che il futuro presidente non procederà alla nomina definitiva. Secondo lei il computo dei giorni non dev’essere effettuato riferendosi all’approvazione dell’Atto Costitutivo e dello Statuto da parte dei vari consigli comunali ma facendo riferimento alla firma dei sindaci, avvenuta a metà gennaio. Si è pertanto proceduto alla designazione. Non tutti gli aventi diritto al voto erano presenti, data l’ora sfavorevole per chi lavora. La riunione è stata del resto rapidissima, non dovendosi fare altro che votare. Resta da nominare la maggior parte dei consiglieri che dovranno rappresentare i gruppi di maggioranza e questa appare come un’altra incongruenza: prima dell’assemblea di venerdì solo Valprato ed Ingria avevano provveduto; a Frassinetto il consiglio era convocato per quella stessa sera; quello di Pont si è riunito mercoledì 18 febbraio, quelli di Noasca e di Ceresole lo faranno rispettivamente domani, martedì 24 febbraio, e dopodomani mercoledì 25. Non si sa ancora nulla di Ronco, il cui sindaco si mostra apertamente ostile verso le Unioni in quanto tali. I rappresentanti della Minoranza Il cammino dell’Unione Montana Valli Orco e Soana verso la definizione dei suoi organi di governo continua a proseguire lento e svogliato. Da dieci giorni sono stati designati i rappresentanti delle minoranze mentre, dei sette spettanti alle maggioranze che governano i diversi comuni, ne mancano ancora tre. Non solo: c’è il sospetto che alcuni passaggi fondamentali siano avvenuti senza rispettare le norme dello Statuto approvato pochi mesi fa. Venerdì 13 febbraio si è riunita a Pont la Conferenza Straordinaria dei gruppi di opposizione, convocata e presieduta – come prevedono le norme procedurali - dal sindaco del Comune più popoloso, ovvero dal primo cittadino di Pont Paolo Coppo. La scelta è caduta su Andrea Cane di Ingria ed Alberto Giovannini Luca di Frassinetto. C’è da dire che Cane non è propriamente un esponente di minoranza dal momento che il suo gruppo, presentatosi come concorrente rispetto a quello del sindaco Igor De Santis, collabora attivamente ed ufficialmente con la maggioranza del suo Comune ma lo Statuto stabilisce che “per consiglieri di minoranza s’intendono quelli appartenenti a liste che, nella consultazione elettorale comunale, non avessero collegamenti col sindaco in carica”. Al voto non hanno preso parte i tre esponenti della minoranza di Ceresole e la consigliera Wilma Giachino di Noasca, che si sono presentati in apertura di riunione, alle 18,30, per consegnare un proprio documento alla segretaria comunale di Pont Antimina Mancino, lasciando la sala subito dopo. Ritenevano infatti di non avere diritto a partecipare in quanto appartenenti a consigli comunali che non avevano ancora nominato il rappresentante di maggioranza. E ritenevano anche che, per lo stesso motivo, i propri Comuni si fossero auto-esclusi dall’Unione, essendo trascorsi più dei 75 giorni stabiliti come termine massimo per procedere alle nomine.
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