Riprenderà mercoledì 4 marzo, nella maxi aula del Palazzo di Giustizia di Torino, il processo “Seta” per la vendita, mai avvenuta, dopo una serie di gare andate deserte, del 49 per cento delle quote della società ad un’azienda (Thesan, ndr) collegata al gruppo Asm, la municipalizzata della città di Settimo Torinese. Sul banco degli imputati Aldo Corgiat (Pd), ex sindaco settimese, ed i vertici aziendali del Consorzio di Bacino 16. In aula mercoledì si presenterà Massimo Corcione (Pd), vice sindaco di Chivasso, chiamato a deporre dalla Procura dopo il sindaco chivassese Libero Ciuffreda (Pd). L’impianto accusatorio è sostenuto da tutti testimoni chivassesi. Nessuno si è stupito infatti che, nell’udienza tenutasi prima dello scorso Natale, più volte e più o meno esplicitamente si è chiesto a Ciuffreda se fosse lui la “fonte confidenziale” che ha dato l’avvio delle indagini. Ciuffreda ha sempre negato ma il coinvolgimento di Chivasso lo si misurerà anche attraverso la testimonianza del suo vice sindaco. In realtà, avrebbe dovuto essere sentito anche Gianluca Vitale, ex assessore ai tempi di Gianni De Mori che, come agente del Corpo Forestale dello Stato, ha condotto le indagini su Seta, presenziando agli interrogatori di Corcione, Colavitto e Ciuffreda per le prime sommarie informazioni: pare però che l’accusa voglia rinunciare all’audizione dell’ex assessore e voglia opporsi al controesame proposto dalla difesa. Intanto, però, verrà sentito Corcione, considerato uno dei testimoni chiave. Della sua “attività” abbiamo avuto modo di riferire ampiamente nelle cronache dell’epoca. Il 31 gennaio 2013, durante l’assemblea dei sindaci del Consorzio di Bacino 16, Corcione presentò un documento in cui rilevava irregolarità nella presentazione dell’offerta di Thesan. Corgiat, di fronte ai colleghi sindaci, intervenne pubblicamente: “Se depositi quel documento, mandiamo tutti gli atti in Procura e dichiariamo il fallimento di Seta”. Corcione ritirò il documento e scappò via. Pochi giorni dopo, Colavitto, dipendente del Comune di Chivasso, protocollò la relazione “accusatoria” inoltrandola a Corcione. Del vice sindaco chivassese ha parlato, durante il processo, in una delle sue dichiarazioni spontanee, anche Corgiat, ricostruendo proprio quell’episodio. “Corcione si presentò a una riunione con un documento in cui comparivano più volte le parole ‘illegittimità’ e ‘illecita’ in riferimento alla trattativa con Thesan - ha riferito Corgiat al giudice -. Così gli ho detto: se questa relazione viene depositata ufficialmente, bisogna immediatamente inviare tutti gli atti alla Procura e chiudere la gara seduta stante. Definendo di fatto il fallimento della società Seta. In tutta risposta, Corcione si è ripreso il documento e non l’ha depositato... Se aveva sospetti, perché non si rivolse subito e chiaramente alla Procura?”. La domanda sarà certamente una delle tante che verranno rivolte mercoledì mattina al vice sindaco di Chivasso
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