La posta di Sant’Antonino rischia di chiudere e così la frazione di Saluggia potrebbe perdere uno degli ultimi servizi rimasti. Giovedì 26 febbraio si terrà un incontro tra l’amministrazione comunale e i vertici regionali di Poste Italiane per scongiurare la chiusura dell’ufficio che serve i circa 800 residenti. Il vice sindaco Margherita Cotevino vive a Sant’Antonino da sempre ed è tra coloro che sta patendo questa situazione di disagio... “Mi servo della posta della frazione anche io - racconta - e mi rammarico per questo fatto: sono perfettamente in simbiosi con i sant’antoninesi, al di là di qualsiasi decisione possa essere presa. Non dico che sia una sconfitta per il paese, però è un grande taglio che fanno a questa comunità”. In vista dell’incontro con i vertici delle Poste, il vice sindaco si augura che ci possa essere uno spiraglio di trattativa. “Questo incontro - dice - è già di per se un fatto positivo, è un buon segno: significa che hanno piacere di venire a parlarci e spero non soltanto per spiegare il motivo del perché vogliano chiudere l’ufficio postale”. L’amministrazione ha in serbo qualche piccola arma, ma deve comunque tener presente quelle che sono le posizioni degli enti preposti e se esiste o meno un margine di trattativa. “Voglio capire – continua - se è stata valutata la soglia delle 800 persone e se l’ipotesi di chiusura sia dovuta al vincolo che ci siano due Poste nello stesso Comune”. Tutte le risposte si avranno dopo l’incontro del 26, quando l’amministrazione comunale spera di trovare un punto d’intesa con la direzione regionale di Poste Italiane, anche grazie alla raccolta firme avviata dalla Pro loco di Sant’Antonino e che tante adesioni sta raccogliendo. Intanto l’amministrazione comunale si sta attivando per valutare delle alternative: “Qualche idea c’è - spiega Cotevino - ma le soluzioni migliori si trovano condividendole con i paesani...”. Un po’ come si faceva una volta: “Quando ero piccola frazione di Sant’Antonino era formato dallo zoccolo duro della gente che era nata qui. Con l’andare degli anni, sono arrivate altre persone che sono riuscite ad amalgamarsi e a trovare le stesse motivazioni di tutti, condivisione ed unione”. Eppure negli anni qualcosa è cambiato, nonostante a livello sociale, con Pro loco, banda, cantoria e gruppo giovani, la frazione sia molto “viva”. Quello che è venuto meno sono i servizi. Colpa della crisi? “Il mio sogno - prosegue - sarebbe quello di vedere la nostra via centrale più popolata: vorremmo evitare che diventasse un paese dormitorio. Dal nostro canto, come amministrazione comunale, stiamo avendo un occhio di riguardo per le associazioni di Sant’Antonino perché possano vivere e mantenere in vita quel senso di appartenza che da sempre ci contraddistingue”.
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