La decisione dovrebbe essere presa entro aprile eppure, a Rondissone, chi si occuperà della gestione del servizio idrico attualmente in mano al Comune è ancora un'incognita. Da un lato, il sindaco Miriam De Ros e la sua Giunta sono quasi certi che la gestione della rete idrica comunale passerà a Smat spa, l’azienda torinese che controlla le acque pubbliche del territorio. Dall’altro, il Comitato Civico per la difesa dell’acqua pubblica che, con le 500 e più firme di cittadini raccolte nelle ultime settimane, sostiene a spada tratta il controllo da parte dell’amministrazione comunale del servizio. Di fronte a tale situazione, diverse sono le domande che si pongono i rondissonesi: perchè l'amministrazione comunale è così interessata ad effettuare il passaggio? Quali sarebbero le conseguenze per i cittadini? Quali, invece, le possibili alternative? A provare a dare qualche risposta è Michele Biscotti, consigliere di minoranza del Movimento Cinque Stelle. Biscotti introduce le motivazioni del passaggio accennando alle parole pronunciate dal sindaco De Ros durante l’ultimo incontro con il Comitato. Ovvero che “la rete di distribuzione dell’acqua nel nostro territorio fa acqua da tutte le parti, che bisognerebbe rifare tutte le condotte ed il comune con il famoso decreto Salva Italia non può spendere cifre ingenti a tale scopo”. Con il passaggio a Smat, l’onere spetterebbe invece alla società. Inoltre, se l’adesione a Smat dovesse venire meno, il rischio sarebbe quello di trovarsi di fronte ad un Comune commissariato da A.t.o3, l'Autorità d'Ambito Torinese che coordina il servizio idrico integrato, per inadempienza. “A questo punto - continua Biscotti - io dico 'e allora..., che ben venga il commissariamento, almeno a differenza di molti comuni, avremmo un acquedotto nostro con acqua buona e un nostro depuratore che, anche se necessitasse di manutenzione, sarebbe autosufficiente alla necessità della popolazione...”. Riguardo alle possibili conseguenze per i cittadini, il consigliere fa soprattutto riferimento all’aumento delle bollette dell’acqua che, a sua detta, potrebbero addirittura triplicare. “Inoltre - aggiunge - se prendessimo ad esempio un normale contratto, vedremmo subito che non è vero che i comuni una volta data la gestione a Smat non hanno altri obblighi. Smat pretende di non avere responsabilità per eventuali danni, mancanze di forniture dell’acqua e potrebbe chiudere immediatamente l’erogazione del servizio qualora non venga pagata la bolletta”. Poi si chiede: “Con un contratto del genere, come si può stare tranquilli che vengano rispettati i diritti del cittadino?”. Dopo aver evidenziato la necessità di interpellare un difensore civico per “verificare se sia giusto che ci si debba rivolgere ad un gestore unico imposto e che non vi sia una libera concorrenza” e dopo aver compreso sulla base di quali norme si potrebbe sanzionare il Comune, Biscotti suggerisce anche alcune possibili alternative a Smat. Come quelle di continuare a gestire il servizio a livello comunale o creare un Consorzio di comuni che gestiscano l'acqua ed altri servizi. Chissà se, in extremis, gli amministratori rondissonesi non seguissero proprio una delle sue vie…
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