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CHIVASSO. Discariche, la bonifica è fallita

CHIVASSO. Discariche, la bonifica è fallita

La discarica di Chivasso

Giovedì 26 febbraio nell’Ufficio tecnico del Comune si terrà una conferenza dei servizi sulla bonifica in corso nell’area delle discariche. Tutto nasce dal fatto che tra novembre e dicembre 2014 nei pozzi S13 e S24 sono state rilevate quantità di ammoniaca e di nichel superiori al livello di guardia. In particolare, il livello di azoto ammoniacale è stato giudicato “preoccupante” dai tecnici della Provincia. Perché preoccupante? Perché nell’area, in particolare nella Chivasso 1 e nella Chivasso 2, la società SMC sta effettuando dal luglio 2013 una bonifica delle falde acquifere per “ripulirle” da ammoniaca, nichel e manganese. Ora, a poco più di un anno, si scopre che il livello di ammoniaca e di nichel è addirittura aumentato. Ecco perché la Provincia nel dicembre scorso ha sollecitato l’amministrazione chivassese a riconsiderare il piano di bonifica, che riguarda solo le discariche dismesse Chivasso 1 e la Chivasso 2, e ad estenderlo eventualmente alla Chivasso 3, ancora attiva. Si noti che i pozzi S13 e S24 si trovano proprio nel luogo dove, in base al progetto Wastend, dovrebbero essere portati i rifiuti della nuova discarica che fa parte integrante del progetto. Vale a dire che proprio sopra le falde inquinate, e sopra i pozzi dedicati a monitorare l’inquinamento, verrebbe scaricata una montagna di nuovi rifiuti. Viene da chiedersi: è opportuno? E’ conforme al criterio di prudenza e alla sollecitudine per la salute dei cittadini? Una domanda che giriamo al sindaco Libero Ciuffreda e al vicesindaco Massimo Corcione, sostenitori del progetto Wastend. La convocazione è stata fatta – la lettera è datata 3 febbraio - con la mancanza di riguardo e di trasparenza che contraddistingue l’amministrazione. Mancanza di riguardo: non è stato invitato il sindaco di Montanaro, il Comune che al pari di Chivasso subisce i danni ambientali prodotti dalla discarica. Non è stata invitata l’associazione poglianese Terrasana, che pure fa parte di un tavolo tecnico istituito dalla Provincia e che il Comune dovrebbe riunire almeno ogni tre mesi, e che invece non si riunisce mai. Mancanza di trasparenza: non sono stati informati i cittadini, e infatti nulla troviamo sul sito del Comune. Non è stata informata la Consulta ambientale: una conferma che essa viene resuscitata solo quando interessa all’amministrazione, cioè quando si tratta del progetto Wastend. Non sono stati informati i consiglieri comunali di minoranza: eppure Corcione ha avuto almeno due occasioni per farlo: la commissione ambiente del 2 febbraio e il sopralluogo in discarica del 4 febbraio. Riepiloghiamo rapidamente la vicenda. Nel 2005 viene riscontrata nelle acque sotterranee una concentrazione di inquinanti superiore ai limiti di legge. Parte un lentissimo procedimento amministrativo, troppo svogliato rispetto alla gravità del problema. Le conferenze dei servizi si susseguono stancamente una volta all’anno. Gli enti competenti, Comune, Provincia, ASL, Arpa, si scambiano lettere alla velocità della luce: una all’anno. Nel frattempo il Comune è costretto a emanare la cosiddetta “ordinanza pozzi”: a una decina di famiglie viene notificato il divieto temporaneo di usare a scopo idropotabile l’acqua sottostante le loro case e i loro terreni. Nell’ottobre 2012 finalmente il Comune di Chivasso approva il progetto di bonifica presentato da SMC. I lavori di messa in sicurezza devono durare 5 anni, e nei cinque successivi la condizione delle acque sarà monitorata per verificare la riuscita della bonifica. I lavori sono cominciati nel luglio 2013 e a distanza di un anno e mezzo la qualità delle acque anziché migliorare è peggiorata. E in quest’area si vuole costruire la nuova discarica Wastend da un milione di metri cubi di rifiuti.
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