Si infittisce di elementi il processo per l'incidente avvenuto il 28 settembre 2008 al vecchio campo sportivo di Scarmagno. Era una domenica pomeriggio e per la prima volta la Pro Loco aveva organizzato una gimkana equestre. Ma il tranquillo pomeriggio di divertimento si interruppe fragorosamente. Un cavallo, che già aveva terminato il percorso, si imbizzarrì e si sganciò dalla sua carrozza andando a scagliarsi contro un'altra pariglia, da cui si dileguarono i due cavalli ed uno di questi travolse lo spazio riservato al pubblico provocando gravi lesioni ad alcuni spettatori che non riuscirono a darsi alla fuga. Tra questi l'ex Assessore del Comune Carla Mei, costituitasi parte civile con l'avvocato Luca Fiore, che riportò gravissimi danni alla colonna vertebrale, schiacciata dall'Ape dietro cui aveva cercato inutilmnete riparo. Per quei fatti si trovano imputati Alberto Grassi di Ivrea e Ivan Quagliotti di Borgofranco, rispettivamente il proprietario ed il guidatore del cavallo, difesi dagli avvocati Costanza Casali e Ferdinando Ferrero. Ed inoltre Gestualdo Atzei, l'ex Presidente della Pro Loco che si occupò dell'organizzazione, a cui si aggiunge l'accusa di non aver ottemperato alle norme di sicurezza che richiedeva una manifestazione di quel genere, difeso dall'avvocato Claudio D'Alessandro. Giovedì mattina, di fronte al giudice Marianna Tiseo e al Pm Gianluca Dicorato, sono state interrogate quattro persone: Sandro Peretto e Roberto Cossu, due avventori, appassionati di cavalli, citati dalla difesa Grassi, e due componenti della Pro Loco, Franco Cordero e Gianmario Vassia, citati dalla difesa Atzei. Il processo è stato rinviato al 29 ottobre ore 12 per sentire gli ultimi testi della difesa Grassi. QUANTE TRANSENNE ERANO PRESENTI A TUTELA DEL PUBBLICO? E' uno dei punti determinanti su cui verte l'accusa a carico di Atzei. I testimoni si sono contraddetti più volte. Cordero addirittura ha sostenuto che fossero a malapena due o tre. Vassia, Segretario della Pro Loco, ha invece dichiarato che ne fossero state collocate tra le 15 e le 20. "Le avevamo chieste al Comune per delimitare il fronte" ha sottolineato. La la sua affermazione è stata stroncata dai documenti prodotto dall'Avvocato Paola Cordero (in sostituzione di Fiore), i quali attestano che le transenne nelle disponibilità del Comune risultavano essere tra le 7 e le 15, e che la Pro Loco ne avesse chiesto l'uso per delimitare la sala da ballo durante le serate. Entrambi i testi della Pro Loco hanno concordato sul fatto che mancasse una tribuna, tanto è vero che lo scarso pubblico presente stava in piedi. SI TRATTAVA DI UNA DIMOSTRAZIONE O DI UNA COMPETIZIONE? E' un altro elemento basilare per determinare le responsabilità in ordine ai provvedimenti che andavano assunti per la pubblica incolumità. Il legale di parte civile ha mostrato ai testi un documento lampante su cui erano registrati il cocchiere, il cavallo ed il tempo rilevato, da cui si evince il carattere competitivo della manifestazione. "Lo abbiamo predisposto per annotare – si è "difeso" Vassia un po' balbettando – i dati di chi entrava nel percorso. Ma quel foglio è rimasto inutile e inutilizzato". Riguardo all'esplicita dicitura di "Foglio di gara" il teste ha sostenuto che si trattasse di un "errore di scrittura". Anche il teste Cordero ha sostenuto che "non c'era una graduatoria ai fini dei premi". CHI E COME ORGANIZZO' LA GARA? I testimoni della Pro Loco hanno confermato che organizzarono il percorso con Pietro Lungo, uno che, a loro dire, ne "sapeva di più di cavalli", ma tuttavia non si trova imputato nel processo. "Lui era pratico – ha riferito Vassia, Segretario della Pro Loco e speaker della gara–, praticava gli attacchi, conosceva più o meno i cavallanti. Presentavo sulla base delle informazioni che mi dava lui. L'associazione ha tracciato il percorso delimitandolo sui quattro lati. C'erano paletti con nastro bianco e rosso e le palline sui birilli erano solo coreografia. Non c'era una giuria ma un attestato di partecipazione. Avevamo comunicato l'evento all'associazione di categoria". LA CARROZZA SI ERA MOSSA O MENO? Secondo la difesa Quagliotti l'incidente non fu provocato dal cavallo che si imbizzarrì, ma da quello che si sganciò dalla pariglia condotta da Massimo Cossavella di Bollengo. Un altro punto su cui le dichiarazioni dei testi discordano. Alcuni sostengono che la carrozza del Cossavella era ferma, altri che si mosse proprio per frapporsi alla corsa dell'animale. Per questo il legale difensore Ferrero ha richiesto un confronto tra Cordero e Cossu in merito al movimento o meno del mezzo, su cui il giudice si è riservata di decidere al termine dell'istruttoria dibattimentale. CHE RESPONSABILITA' HA IL PROPRIETARIO? Peretto e Cossu, citati dall'avvocato Casali, hanno confermato che l'animale era in condizioni normali ed il suo proprietario non era presente, quel giorno, sul posto.
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