Questa Docg prende il nome dell’omonimo vitigno ed è considerato un autoctono nonostante siano varie le ipotesi riguardanti la sua origine. Alcuni infatti, ritengono che il Sagrantino sia di provenienza spagnola, altri credono sia stato importato dai primi frati francescani, altri ancora che sia stato introdotto in Italia dai Saraceni. Sicuramente la vocazione vitivinicola della zona di Montefalco risale a tempi antichissimi. Ne parlava già Plinio il Vecchio intorno al 70 d.C. quando ricordava di un’uva pregiata che veniva prodotta in questi territori e poi intorno all’anno mille si trovano pubblicazioni via via sempre più precise in cui si narra dell’importanza economica e sociale della vite e del vino della zona. In questo periodo storico non compare mai il nome Sagrantino. La menzione per ora più antica sulla presenza dell’uva “Sagrantina” a Montefalco risale al 1549 ed è documentata in un contratto di mezzadria. Si arriva con un’ importante produzione sino al 1930, dove inizia un periodo molto difficile per questo vino, tanto che la coltivazione del suo vitigno stava per essere abbandonata. Fortunatamente nel 1972 si provò a vinificare il Sagrantino come vino secco e non come la vecchia tradizione del Sagrantino passito; subito ottenne un grande successo tanto da ottenere immediatamente la Doc e nel 1992 la Docg a testimonianza dell’importanza che riveste questo vino nel panorama enologico italiano. E’ sicuramente uno dei vini più prestigiosi della regione umbra, la cui produzione è limitata ai comuni di Montefalco, Bevagna, Gualdo, Castel Ritaldi e Giano siti in provincia di Perugia, all’interno dei quali devono avvenire obbligatoriamente tutte le operazioni di vinificazione e invecchiamento. lI Sagrantino è un’uva unica nel suo genere e unico è il vino che riesce a produrre. Grazie alla sua buccia spessa e ricca di tannini gli attacchi di muffe e parassiti sono limitati, ma la rende anche un’uva “ribelle” in cantina. E’ solo attraverso la completa maturazione dei tannini, prima in vigna e poi in cantina, che il vino perderà la sua spiccata astringenza, arrivando persino ad assumere un carattere morbido e vellutato. Le caratteristiche organolettiche del Sagrantino di Montefalco, sono particolarmente interessanti: si presenta di color rosso rubino decisamente intenso, che introduce alla fitta complessità di questo vino, che esplode in profumi raramente intensi e articolati che vanno dalla mora fino a cenni minerali di grande eleganza. Il sapore presenta un’imponente struttura con un finale molto persistente. Gli abbinamenti ideali sono quelli che vedono questo vino accompagnare i grandi arrosti, i brasati, la cacciagione e formaggi di lunga stagionatura. Servitelo in calici ampi, dove possa ossigenarsi lentamente, così che non occorrerà decantare il vino. La temperatura di servizio ideale e tra i 16 e 18°C. Per le bottiglie a lungo invecchiamento (consiglio le annate del 2005 e 2008 in cui si sono ottenuti vini di qualità superiore alla media) si può arrivare anche a 20°C.
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