La notizia è più o meno questa. Dopo decine e decine di articoli sull’argomento l’Amministrazione comunale avrebbe dato mandato all’ufficio tecnico di relazionare, quanto prima possibile, sul caos urbanistico di via del Collegio. Lo faranno, evidentemente, l’ingegner Francesco Lisa e l’architetto Adriano Bosio e dovranno essere molto ma molto convicenti. E infatti vero che esiste un contenzioso con l’Immobilare Sant’Andrea di Pierluigi Caramellino su un albergo a 5 stelle che non si può più costruire e oneri di urbanizzazione che non dovevano essere pagati, riferendosi a inesistenti volumetrie abitabili spostate sotto il naso di tutti dal sottotetto alle cantine per far spazio ad un centro benessere (e questa cosa qui già sola potrebbe costare svariate centinaia di migliaia di euro) ma è altrettanto vero che di gatte da pelare ce ne sarebbero altre. Una si trova qualche metro più a fianco dove un tempo dondolavano le insegne della Locanda del Sole. Anche questo fabbricato era stato acquistato dall’imprenditore “illuminato” Mario Bonardo per insediarvici una serie di negozi e tanti appartamenti per turisti con la “grana”. Anche in questo caso era stata attivata una procedura fallimentare, conclusasi con la vendita dell’edificio all’Immobiliare Giuria di Torino e a Paola Fessia. A condominio ultimato e con ancora una serie di appartamenti e negozi ancora da vendere, si scopre oggi, ma i residenti in via del Collegio se n’erano accorti già da un bel pezzo, che il fabbricato così come è stato abbattuto e ricostruito è più largo e più lungo di quanto non fosse prima. Qualcosa come circa 800 metri in più, anche questi nel sottotetto e anche questi senza abitabilità Si scopre però anche che esiste una lunga serie di denunce, per una altrettanto lunga serie di danni provocati agli edifici adiacenti. C’è chi ha subito cedimenti strutturali della propria casa con vistose crepe sui muri. Chi lamenta infiltrazioni d’acqua mai viste prima e chi, come per esempio Caramellino, dice di essere stato danneggiato dalla semplice non conformità e dal restringimento della strada che corre a fianco dell’albergo che non c’è. Insomma, il problema è uno e uno soltanto. Com’è possibile che in via del Collegio si sia costruito così tanto in difformità rispetto al piano regolatore e alle autorizzazioni? Sul punto, tra le file della maggioranza e della minoranza, crescono i consiglieri comunali che vorrebbero saperne di più, ma poco trapela dagli uffici e ancora meno dalla Giunta. Certo è che se si dovesse riscontrare che questi “abusi edilizi” sono qualcosa di più di semplici scivoloni, la storia di questa città potrebbe davvero essere riletta in un altro modo.
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