La Coldiretti alla manifestazione del 29 novembre a Chivasso
Allo scopo di far partecipare le associazioni ambientaliste e di categoria all’esame del progetto Wastend, l’amministrazione chivassese ha istituito all’inizio dell’anno la Consulta ambientale e tre “tavoli”, quello giuridico, quello delle compensazioni per i poglianesi, e quello tecnico. Quest’ultimo ha assunto crescente importanza, perché composto da esperti, che hanno redatto osservazioni e proposte di miglioramento fatte proprie dalla giunta con apposita delibera. Al pari della consulta, il tavolo tecnico non è sfuggito alle critiche delle associazioni, che hanno accusato l’amministrazione di conduzione poco trasparente. Del tavolo faceva parte Coldiretti, che vi aveva nominato il dirigente Pier Luigi Surra, responsabile delle questioni ambientali dell’associazione. Ma all’inizio di ottobre Coldiretti è uscita dal tavolo tecnico esponendo le proprie ragioni in una lettera al sindaco Libero Ciuffreda e all’assessore all’ambiente Massimo Corcione. In primo luogo – argomentano gli agricoltori – fino a quel momento ai membri del tavolo non erano stati forniti elementi tecnici sufficienti per formulare un giudizio. Non si capiva, precisano oggi i dirigenti, dove si volesse andare a parare, o forse si capiva fin troppo bene: a SMC interessa prioritariamente costruire una nuova discarica, più che l’impianto di riciclo. Una nuova discarica dove ce ne sono già quattro. Troppo per un territorio che conserva una rilevante vocazione agricola. E contrastante con gli orientamenti dell’associazione, che incoraggia la valorizzazione delle produzioni locali, la commercializzazione a kilometro zero, la tutela dell’ambiente, e ovviamente la conservazione dei terreni agricoli. Coldiretti è favorevole agli impianti di riciclo: Wastend è dunque accettabile, ma a condizione che la discarica sia esclusivamente al servizio dell’impianto. Mentre Wastend prevede che per tre anni la discarica accolta rifiuti di altra provenienza. Solo dal terzo anno comincerebbe la costruzione dell’impianto di riciclo e il conferimento in discarica del residuo della lavorazione: “Nei primi tre anni il flusso in entrata nella discarica sarà esclusivamente esterno da altri territori (circa un terzo dell’ampliamento complessivo), rispetto a quello che sarà invece il prodotto…in uscita dal ciclo di lavorazione” dell’impianto. Inoltre il progetto nasce al di fuori della programmazione provinciale e dell’ATO e senza la concertazione con gli enti cui compete la pianificazione del settore e la programmazione dell’impiantistica per i rifiuti urbani: è prevedibile che SMC si muoverà in una pura logica di mercato alla ricerca del materiale da portare in discarica. In conclusione, Coldiretti esprime all’amministrazione la propria “contrarietà ad un progetto che non rientri nella programmazione strategica pubblica e che ad oggi ha come unica certezza l’ampliamento di una discarica per 1 milione di metri cubi”. Uscita dal tavolo tecnico, Coldiretti è però rimasta nella Consulta con i due rappresentanti Danilo Rossetto e Franco Martini. Quest’ultimo conferma che l’associazione, dopo aver partecipato alla manifestazione di sabato 29 novembre, continuerà ad opporsi al progetto nei termini esposti nella lettera, e raccoglierà le firme contro la discarica nella sede chivassese di Palazzo Einaudi in Piazza d’Armi.
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