Sopralluogo al torrente Orco effettuato dall’assessore alle opere pubbliche Claudio Castello e dal tecnico comunale Amedeo Astorino. Guidati da Claudio Dalla Costa e Anna Robasto del Comitato Basso Canavese e da Massimo Rubin di Legambiente. Lo scopo: verificare il rischio di straripamento in due punti del corso d’acqua. Il primo è costituito dal ponte sull’Orco della ferrovia Torino-Milano linea storica. E’ una vecchia, vecchissima storia: il rischio è stato denunciato ripetutamente dal Comitato Basso Canavese e dalla stampa locale. Riportiamo l’allarme lanciato da Dalla Costa alla fine dell’anno scorso: “Su cinque arcate del ponte tre e mezza sono ostruite. La prima a Ovest è completamente occupata dalla strada in rilevato usata da visitatori e bagnanti. Le altre da sabbia, ghiaia e pietre, e da alberi ormai abbastanza grossi da rallentare lo scorrere dell’acqua”. Che cosa dobbiamo temere? “In caso di piogge eccezionali l’acqua dell’Orco, bloccata da questi ostacoli, potrebbe uscire dalle sponde e riversarsi sia verso Brandizzo sia verso Pratoregio e Chivasso. Nel 2000 c’era una sola arcata ostruita, eppure l’Orco è straripato: che cosa accadrebbe oggi che le arcate ostruite sono quasi quattro?”. E c’è un’altra storia da raccontare. Che comincia dall’alluvione del 2000. L’acqua dell’Orco non riuscì a entrare nel Po, anch’esso in piena, e depositò il suo carico di detriti alla foce. Dove si formò una barriera di sabbia. Caricarono la sabbia su autocarri e la trasportarono alle spalle del ponte, sul lato verso Brandizzo. In deposito temporaneo, in attesa di venire usata per alzare l’argine sull’altra sponda. Dopo 14 anni è ancora lì e lentamente è scivolata nel torrente fino a occupare metà del letto. E’ nato così un terreno tutto nuovo proprio dentro il torrente: un’area di circa 50 metri per 200, sulla quale sono cresciuti alberi di 30 metri, quasi un bosco. Dalla Costa: “Una nuova piena li sradicherebbero facilmente dalla sabbia in cui sono cresciuti e li schianterebbe sui pilastri del ponte. Si formerebbe uno sbarramento e l’acqua strariperebbe”. E se riuscisse a passare andrebbe a minacciare il meno solido ponte della ex SS 11 fra Chivasso e Brandizzo. Il secondo punto critico si trova in località Cerello. Presso la strada fra Chivasso e San Benigno, il torrente Orco da tempo sta cambiando percorso erodendo sempre più a fondo la sponda destra. L’acqua ha aggirato le barriere di pietre poste a protezione della riva, si mangia boschi e terreni agricoli, si avvicina alla strada e all’autostrada. Ne abbiamo già scritto ampiamente su questo giornale il 22 settembre. Castello e Astorino hanno potuto verificare che la situazione è peggiorata dal loro ultimo sopralluogo. Hanno promesso che faranno il possibile e coinvolgeranno la Regione. Questa volta ci dobbiamo credere? Vedremo. Fra pochi giorni, il 6 novembre, ricorre il ventesimo anniversario della grande alluvione che colpì anche la nostra città.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.