Il mercato dei vini rosati è decisamente in crescita in quasi tutti i Paesi e ora rappresenta circa il 10% della produzione mondiale del vino. L’Italia negli ultimi dieci anni ha aumentato sia la produzione che la quota export e anche il consumo interno, pur subendo una forte stagionalità (fra primavera e estate si consuma più del 70% del rosato), ha visto crescere i consumi in modo considerevole. Quello del rosato quindi, è un mercato in forte espansione, nel quale abbiamo avviato orgogliosamente un processo di riscoperta delle nostre radici produttive, quali appunto il rosato, dove l’autoctonia e il legame con i luoghi di produzione sono tratti identitari con cui competiamo sullo scenario globale che certamente ci farà fare ulteriori passi da gigante nel panorama enologico internazionale. Attualmente però è la Francia il più grande produttore al mondo di vini rosato con circa 7 milioni di ettolitri prodotti, circa un quarto della produzione mondiale, seguita dall’Italia e dagli Stati Uniti. Il consumo in Francia del “rosé” e quasi triplicato negli ultimi vent’anni e con 152 milioni di bottiglie e la Provenza (che dedica l’88% della sua produzione al rosato!) conferma la sua leadership nazionale. Qui il vino rosato non è più considerato erroneamente, un compromesso per chi non sa scegliere un vino bianco o rosso, ma una prima scelta, capace di accompagnare un buon pasto e che si sposa perfettamente con preparazioni di carne e pesce. Questo vino, per molto tempo criticato in passato, è oggi ampiamente rivalutato ed è nato proprio in Provenza sulle colline soleggiate e con un clima particolarmente favorevole, dove si elaborano diversi stili di rosé. Le aree vinicole in cui si producono vini “AOC” cioè “Appellation d’Origine Controlèe”, corrispondente ai nostri DOC , sono otto: Bandol, Bellet, Cassis, Coteaux d’Aix-En-Provence, Coteaux Varios, Cotes de Peovence; Pallette e Vin de Corse. Fra queste denominazioni, Bandol è quella che attualmente sta riscuotendo il maggior consenso a livello mondiale. Le uve utilizzate sia per i rosati che per i rossi, sono in prevalenza quelle del Mourvedre (50%) mentre le restanti sono costituite da Granache Noir e Cinsaut. La zona con la denominazione più estesa invece è quella di Cotes de Provence, con circa l’80% dei vigneti di tutta la regione, con uve di Granache Noir, Cinsaut, Sirah e Tibouren. In queste zone, dove i “vignerons” grazie a selezioni parcellari dei vigneti dediti esclusivamente al vino rosato, a vinificazioni con molta maestria, soprattutto nell’arte cara ai francesi dell’assemblaggio, i prezzi dei vini di grande qualità, stanno letteralmente esplodendo. Qualche esempio significativo di alcuni vini rappresentativi di questa zona: -il “Garrus” del Chateau è considerato il vino rosé fra i più cari al mondo. Il suo prezzo, ovviamente all’acquisto, e di circa € 90 e il fatto ancor più sorprendente è quello di riuscire a trovare una bottiglia di questo vino. -Chateau les Valentines Grande Cuvèe n° 8 La Lande 2011, con vitigni di Cinsaut e Mourvedre che è considerato il vino dell’estate per eccellenza grazie alla sua piacevolezza, alla sua freschezza, al suo colore salmonato, alla sue note di mirtilli selvatici e un fumé minerale e soprattutto alla sua adattabilità ad ogni tipo di cucina. Il suo prezzo all’acquisto è di circa € 20. -Improbable 2011, Chateau de Brigue, con cui termino questa breve carrellata di vini provenzali, è prodotto con uve Grenache e Cinsaut e “vestito” in una elegante e originale bottiglia bianca. Il colore è rosa pallido, con aromi di frutta esotica e al gusto è molto gusto ed equilibrato. Prezzo all’acquisto € 19.
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