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CASALBORGONE. Pubblicato sul sito dell’Osservatorio del Paesaggio il Piano di Gestione del SIC

CASALBORGONE. Pubblicato sul sito  dell’Osservatorio del Paesaggio il Piano di Gestione del SIC
Con il Decreto n°44 del 24 settembre del Vice Presidente  dell'Ente di Gestione delle Aree protette del Po e della Collina Torinese, ha adottato  in via preliminare la Bozza del Piano di Gestione del SIC IT1110009 “Bosco del Vay e Gran Bosc” e ne ha disposto l'avvio del procedimento per l'adozione finale. Tutta la documentazione inerente il piano di Gestione è stata pubblicata sul sito dell'Osservatorio del Paesaggio dei parchi del Po e della Collina Torinese, edè scaricabile dal sito: www.paesaggiopocollina.it/pianogestionevaj/. Ora si attende l'imminente convocazione della “Conferenza dei Sevizi”, che sarà pubblica, e da quella data ci saranno solo 45 giorni, a disposizione di tutti i proprietari ed i portatori di interesse, per presentare le osservazioni, dopo di ché il Piano di Gestione sarà approvato in via definitiva. Tra i 23 documenti da scaricare dal sito, un malloppone di  di oltre 700 pagine, oltre la relazione dell'IPLA e il regolamento del Piano di Gestione sono scaricabili: la mappa catastale, con tanto di elenco di 170 pagine delle oltre 4500 particelle catastali, con tutti i nominativi degli oltre 1500 proprietari, le relative superfici e destinazione d'uso catastale che compongono i 1304,2576 ettari di area protetta, le planimetrie e gli elenchi delle specie dei fiori, la carta con le 1175 delimitazioni degli habitat e la carta degli obiettivi ed orientamenti gestionali. Una gran quantità di materiale, che dovrebbe prevedere un'ancora maggiore quantità puntuale di documentazione grafica e fotografica, relativa all'individuazione specifica delle peculiarità di ogni area classificata, ma di quella documentazione non vi è traccia. La grossa novità, che si apprende solo dalla documentazione tecnica pubblicata, sta nelle diverse classificazioni, rispetto a quella catastale che l'IPLA ha attribuito alle singole delimitazioni, ed è quella che dovrà essere rispettata nella gestione, in particolare si scopre che molti terreni, catastalmente classificati seminativi, secondo questa nuova mappatura, sono classificati prati o pascoli, la cosa sembra di scarsa rilevanza, ma se andiamo a leggere il Piano di Gestione per le aree d'intervento, scopriamo che in quelle aree non è  più possibile coltivare, ma si ha l'obbligo di mantenere integro l'habitat a prato perenne o a pascolo, compiendo tutti gli interventi che l'IPLA ha indicato come necessari. Da qui si comprende quanto  insostenibile era la tesi dell'Amministrazione Comunale, sostenuta  nella proposta di variante al Piano Regolatore al fine di escludere gli edifici al di fuori delle aree boscate dai vincoli imposti dal SIC. Si comprende ancor meglio perché quella variante fu bocciata in tutti i suoi punti dalla Provincia di Torino. Ma non solo, nel regolamento è scritto nero su bianco che queste regole non escludono gli eventuali vincoli già previsti nei Piani Regolatori. E pensare, che in Consiglio Comunale, il Sindaco Cavallero aveva affermato il contrario, ovvero sosteneva che con l'approvazione del Piano di Gestione, la variante al Piano Regolatore sarebbe diventata inutile, perché lo stesso piano sarebbe stato prevalente ed  avrebbe alleggerito i vincoli. Che sia prevalente è vero ma solo per quello che non era ancora vincolato. Ma forse le rassicurazioni del Sindaco facevano riferimento alle consuetudini locali, ovvero le regole si applicano, ma in “alcuni casi” si interpretano. Altra curiosità, rispetto le destinazioni d'uso dei terreni seminativi, riguarda il tipo di coltivazione, non tutte sono ammesse, secondo l'IPLA, determinate coltivazioni non rispecchierebbero la tipicità del nostro territorio. Va dato atto all'IPLA di aver svolto un grande lavoro, non deve essere stato facile riuscire a determinare, in modo così dettagliato, le caratteristiche di ogni centimetro quadrato dei 1304 ettari di SIC, utilizzando una discrezione tale da passare totalmente inosservati a tutti. Unica pecca è che  non vi è traccia, in nessun documento pubblicato di una puntuale documentazione fotografica, ma forse questo dipende proprio dalla volontà degli operatori dell'IPLA di non voler disturbare gli animali e i proprietari. In conclusione oggi scopriamo che i grossi vincoli non erano solo sul taglio degli alberi, ma su tutto quello di cui non si parlava, strade case e prati e terreni seminativi. Ma di risarcimenti o contributi ai proprietari nel Piano di Gestione non se ne parla. E così si vorrebbe incentivare l'agricoltura e il turismo?
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