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12 Marzo 2015 - 23:04
Donne che hanno fatto la storia. Paladine della Resistenza. Donne tradizionali e donne controcorrente. L'universo femminile a tutto tondo, senza tralasciare i temi dell'emancipazione e del femminicidio. Ricostruito attraverso le poesie di Alda Merini, i monologhi di Lella Costa, passando per le pubblicazioni della professoressa di Banchette Maria Paola Capra. L'incontro-evento "Donna", promosso e curato in tutti i dettagli dal Vicesindaco Lina Pasca, nella serata di mercoledì 11 febbraio, presso la Biblioteca civica, ha offerto ampi spazi di riflessione.
"L'incontro nasce dalla voglia di celebrare la donna, a ridosso della festività nazionale – spiega Pasca -, pensando al ruolo che occupa nella società, al contributo che ha dato nell'evoluzione della specie umana, nonostante l'ostruzionismo, il sessismo, le varie forme di discriminazioni". Tanti complimenti da parte di chi ha assistito. Lacrime, emozioni e ringraziamenti per aver raccontato il meglio del meglio delle donne.
Prima parte dell'incontro dedicata all'"Eccellenza Donna": quaranta donne che hanno fatto la storia o che l'hanno cambiata, che hanno dominato la scena politica, dai fortissimi ideali, che hanno combattuto in nome di un diritto o dell'uguaglianza civile, scrittrici o artiste, scienziate o inventrici: Rita Levi Montalcini, Marie Curie, Margaret Thacher, Eva Peron, Eleonor Roosevelt, Margherita Hack, Anne Frank, Giovanna d'Arco, Lady D, Maria Montassori, Coco Chanel, Ipazia d'Alessandria, Elisabetta I d'Inghilterra, Rosa Luxemburg, Anna Maria Mozzoni, George Sand, Simone de Beauvoir, Golda Meir, Geltrude Belle Elion, Elena Lucrezia Corner Piscopia, Martha Graham, Emmeline Pankhurst, Helton Keller, Frida Kahlo, Garrite Beecher Stowe, Florence Nightingale, Rachele Carson, Benda zie Bhutto, Rosa Parks, Dorothy Hodgkin, Dorothea Lange, Pina Bausch, Cleopatra, Dorothy Parker, Ada Lovelace, Saffo, Billie Jean King, Maria Teresa d'Asburgo, Indira Ghandi, Madre Teresa di Calcutta.
Dulcis in fundo Pasca ha voluto trattare il tema del "Coraggio", attraverso la pubblicazione "Donne e Resistenza in Canavese – Il tempo non cancelli le tracce" della professore Capra, uscita nel 2010, una raccolta di circa quaranta testimonianze. "La loro fu una scelta volontaria".
FEMMINICIDIO, AMORI VIOLENTI IN CANAVESE
Si è parlato anche del tema della "Violenza", mercoledì a Banchette. La professoressa Capra ha letto brani tratti da un altro suo libro, "T'amo da morire": 48 storie di amori violenti in Canavese, tratti dalle cronache dei giornali, tra il 1866 ed il 1928, quando subentrarono le veline dell'epoca fascista.
"Nel corso della ricerca – ha narrato Capra – mi aveva colpito la quotidianità dello stupro in ambito familiare ma credevo che il femminicidio fosse fenomeno dei giorni nostri, non è così". Così si parte da Ronco, dove per tradizione il ragazzo che si fidanzava dava come caparra alla sua bella 120 lire. Maria decide di restituirla e viene uccisa.
"Addirittura, in quel periodo, ci sono donne che vanno contro le legge – ha illustrato Capra -. Esisteva il reato di abbandono del tetto coniugale e di adulterio, abolito nel 1975, con la differenza che per la moglie bastava il sospetto, per il marito occorreva la flagranza". Succede a Linda di Ivrea, condannata a due mesi e mezzo di reclusione, quando lascia il marito Leone, se ne va da via Palma torna dai genitori. O a Marianna di Agliè, il cui marito affronta l'amante sparando due colpi ma, per la legge dell'epoca, viene assolto, perché ritenuto in un giustificato "stato di infermità mentale".
E poi Maria e Giuseppe di Ingria: lui tenta di uccidere sia la moglie che la suocera e viene assolto in nome della "difesa dell'onore", e nelle motivazioni il giudice parla della cattiva suocera che avvelena il rapporto. Domenica di Alice Superiore si fidanza, invece, con un giovane che però non ottiene la patria potestà: il padre di lei nega la benedizione, lui si vendica uccidendola. Un'altra donna, di Montalto, è uccisa per non essere riuscita a dare un figlio al marito, "come si fa con una pianta infruttifera" scrive il cronista.
Tra le eroine di Maria Paola Capra c'è Marianna, di Palazzo. Un giovanotto le promette di sposarla, lei resta incinta, gli chiede, e poi lo supplica, di riconoscere il bambino, si appella anche al Sindaco. Alla fine lo attende in strada e gli versa negli occhi una bottiglietta d'acido. "Mi sono vendicata" dice al Sindaco e si reca dai carabinieri di Azeglio per costituirsi.
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