Invoca la calata su Roma con "i bastoni", se il governo dovesse introdurre anche solo "mezza tassa in più", rimpiange di non essere andata fino in fondo con la secessione, "l'errore più grande" degli anni ruggenti, e rinnega "l'abbraccio mortale di Berlusconi". La Lega Nord riparte dalla montagna e dalle pendici del Monviso, da cui nel lontano 1996 lanciò il suo grido di guerra contro lo Stato centrale, e ribadisce la sua proposta alternativa alla politica attuale. Quella del premier Renzi, "una simpatica marionetta che fa gli interessi di qualcuno", così come degli ex alleati del centrodestra, che ormai "non esiste più". Ai 1.800 metri del Pian della Regina, il nuovo Carroccio di Matteo Salvini abbraccia i temi storici della Lega. Ed anche se al tradizionale rito dell'ampolla si presentano soltanto Umberto Bossi e Roberto Calderoli, accompagnati da Roberto Cota con la bandiera della Scozia sulla maglietta, sembra di tornare a respirare l'aria di un tempo. "Perché i simboli hanno fatto la storia e nessuno li può cancellare", spiega Calderoli; o, come sottolinea Salvini negando contrapposizioni tra vecchio e nuovo movimento, "sono cose che restano nel cuore". "Anche se ai riti - puntualizza - bisogna aggiungere i contenuti". Ecco allora il giovane segretario federale guardare alla Scozia e al referendum per l'indipendenza dall'Inghilterra di giovedì e tornare a parlare di "battaglia indipendentista". "Una scommessa - dice - a cui la Lega non ha mai rinunciato". Con la differenza che "in Scozia i cittadini possono scegliere, mentre in Italia ci dicono che non si può". Per Salvini, Roma e l'Europa sono dei "regimi" contro i quali "si può vincere soltanto unendo tutte le persone di buona volontà dal Piemonte al Veneto e, perché no, dalla Sardegna alla Sicilia". Il leader del Carroccio punta "a far uscire l'orgoglio di questo posto", dove si presenta "per la prima volta di tante". Così contro l'aumento delle tasse sfodera "i bastoni", anche se - precisa poi - "democratici e figurati". E chiede di difendere i confini "con le armi, come avviene in tutto il mondo", nonché di "processare i politici che in questo momento spendono soldi per far superare i confini". Alfano diventa così "il ministro dell'invasione", paragonato da Calderoli addirittura ad "un serpente". Ce n'è, però, anche per l'amico di una volta, Silvio Berlusconi. "Fino a quando non riavrà il suo passaporto, andrà avanti a fare il cameriere di Renzi", è la sentenza di Bossi. "Con questi nuovi democristiani e gli ex comunisti che vanno d'accordo con Berlusconi - rincara la dose - non credo salveremo il Paese". Per il Senatur, l'unica via per la salvezza è "la vittoria della Lega Nord alle prossime elezioni politiche". Un obiettivo a cui anche Salvini guarda, facendo della coerenza l'asso nella manica del Carroccio. "Berlusconi non può pensare di amoreggiare con Renzi dal lunedì al sabato e poi telefonare alla Lega la domenica - osserva - chi sta con Renzi non fa accordi con la Lega". Sullo sfondo restano gli slogan di sempre, da "basta euro" a "clandestino è reato", e quella montagna al centro di un forum con amministratori locali e docenti universitari da cui emerge la proposta di un' associazione per la sua difesa. "Non si può ridurla al giocattolo delle città", afferma Bossi. E poi "se si spopola e muore, è un problema anche per la valle". L'appello finale è rivolto a Renzi, il premier che "più ride e più ci sono problemi". "Venga a farsi un selfie da queste parti - conclude Salvini - magari capirebbe cosa vuol dire lavorare e fare fatica".
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