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ROMA. Con il decreto "Sblocca Italia" risorse utili per il contrasto idrogeologico

ROMA. Con il decreto "Sblocca Italia" risorse utili per il contrasto idrogeologico

Erasmo D'Angelis

"Il decreto 'Sblocca Italia' crea le condizioni per fare del contrasto al dissesto idrogeologico e al disinquinamento delle acque un'opera pubblica prioritaria". E' quanto afferma Erasmo D'Angelis capo della struttura Di Missione del governo Italiasicura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche.

"Il decreto prevede strumenti finanziari e fondo revoche per riprogrammare circa 4 miliardi di risorse non spese contro il dissesto idrogeologico (2.3 miliardi) e per opere di fognature e depuratori delle regioni del sud (1.6 miliardi) precisa D'Angelis -, con i 110 milioni di euro destinati alla difesa dalle alluvioni nelle aree metropolitane con la possibilità di inviare commissari di governo nelle regioni del sud per la tutela delle acque e con il taglio dei tempi della burocrazia dei poteri di veto e di paralisi di conferenze di servizio per opere che salvano vite umane trasformati in tanti piccoli consigli di Sicurezza dell'Onu".

"Possiamo dunque - aggiunge - aprire o riaprire i primi 600 cantieri entro il 2014 in tutte le regioni e disincagliare interventi bloccati, investendo oltre un miliardo di euro in appalti da svolgere in totale trasparenza". Secondo D'Angelis con 'Sblocca Italia' "è stata modificata radicalmente la governance e la filiera delle responsabilità e dei controlli che fino ad oggi hanno impedito e ritardato opere ed interventi urgenti in molti territori". "Abbiamo iniziato - prosegue - a voltare pagina con i presidenti delle Regioni diventati commissari di governo contro il dissesto idrogeologico. Il dissesto, infatti, non solo uccide e devasta territori come abbiamo visto nel Gargano, ma aumenta il debito pubblico". "I soli ultimi 7 mesi di nubifragi e allagamenti - conclude - hanno causato vittime e sfollati e prodotto ben 3,4 miliardi di danni.

Di fronte a questo e all'81,9% dei comuni (6.633) con aree a rischio, basta piangere lacrime di coccodrillo e rinviare opere di protezione e prevenzione. Il prossimo obiettivo è togliere i vincoli del patto di stabilità da investimenti per mettere in sicurezza tantissime aree del Paese".

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