C'è un fardello medio di 20mila euro di debiti sulle famiglie italiane, che anche nel 2013 hanno acceso mutui e prestiti con le banche per far fronte all'acquisto della casa o alla ristrutturazione dell'immobile, se non più semplicemente per comperare un'auto o una moto. Lo affermano i dati della Cgia di Mestre, che stima esattamente in 19.251 euro l'esposizione media per nucleo familiare. Con profonde differenze. Le province più 'esposte' sono quelle lombarde, in testa Monza-Brianza con un debito di 27.544 euro, all'ultimo posto Enna, con 8.371 euro medi a famiglia. Non tutti i dati però sono negativi, se visti attraverso il 'vetrino' della crisi. Il 'passivo' accumulato con le banche e gli istituti creditizi dalle famiglie è enorme, 496,5 miliardi di euro nel 2013 (+35,1% sul 2007), ma in calo sull'annus horribilis, il 2011, quando c'era stato il record di 506 miliardi di euro. Ciò perché gli italiani hanno preferito indebitarsi di meno, ricominciando se possibile a risparmiare. Nella classifica stilata dalla Cgia, al secondo posto per debiti ci sono le famiglie della provincia di Milano, con 27.505 euro, al terzo quelle di Lodi (27.281 euro), poi Varese (25.914), Prato (25.681). Le famiglie della provincia di Roma si piazzano al sesto posto (25.380). In fondo alla scala invece i nuclei familiari di Vibo Valentia, con un debito di 8.742 euro, quelli dell'Ogliastra (8.435 euro) e all'ultimo posto Enna (8.371). A cosa è dovuto l'indebitamento medio delle famiglie consumatrici italiane? L'Ufficio studi della Cgia spiega che si tratta delle esposizioni originate dall'accensione di mutui per l'acquisto di una abitazione, dai prestiti per l'acquisto di un auto/ moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili. Se dall'inizio della crisi (2007) l'incremento del debito medio nazionale delle famiglie consumatrici è stato del 35,1% (da 367.491 mln del 2007 a 496.529 mln del 2013), l'inflazione - sempre tra 2007 e 2013 - è aumentata invece del 13,4%. "Con il riacutizzarsi della crisi - spiega il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - le famiglie italiane dal 2011 hanno preferito indebitarsi sempre di meno, privilegiando il risparmio. Infatti, tra la fine del 2011 e lo stesso periodo del 2013, i depositi delle famiglie consumatrici sono aumentati a livello nazionale del 12%, con punte del 28% in Trentino Alto Adige e di oltre il 18% nelle Marche e in Emilia Romagna". In sostanza, osserva Bortolussi, l'aumento delle tasse, gli effetti della crisi e la paura di non uscire dalla recessione "hanno condizionato le scelte economiche delle famiglie. Meno acquisti, meno investimenti e più risparmi".
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