Cerca

TORINO. Tornano quelli del Noa e con una lettera incitano alla lotta armata

TORINO.  Tornano quelli del Noa e con una lettera incitano alla lotta armata

Stefano Esposito

Appello alle "compagne e ai compagni delusi dalla strategia" del movimento No Tav: unitevi "ai Noa e ai gruppi di azione armata" che ormai sono "pronti a colpire" in quello che sarà "un settembre di lotta e di fuoco". Non c'è firma, nella lettera ricevuta stamani per posta ordinaria dalla redazione di Torino dell'agenzia ANSA. C'è però un richiamo ai Noa, i fantomatici Nuclei operativi armati che lo scorso 19 febbraio, con il medesimo sistema, annunciarono la "condanna a morte" di quattro soggetti (fra cui Stefano Esposito, senatore del Pd) colpevoli di orchestrare la "repressione" in Valle di Susa. Polizia, carabinieri e magistratura - che aprirà un'inchiesta - prendono molto sul serio il nuovo documento, che scatena le reazioni indignate dei No Tav e la condanna dei politici. Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, parla di "una Valle di Susa diventata palestra di ogni forma di pseudo sinistrismo", il sindaco Piero Fassino sottolinea le "parole deliranti e farneticanti" dei Noa, mentre Emanuela Fiano, responsabile sicurezza del Pd, dice "no alla deriva violenta di pochi nostalgici del terrorismo". La mano che ha vergato la missiva potrebbe essere quella di un mitomane o di una qualche figura che ha interesse a mestare nel torbido. Ma il linguaggio appartiene di sicuro a qualcuno che, se non vi partecipa direttamente, segue con grande attenzione un dibattito (filtrato su internet) che da settimane agita le frange più estreme della galassia anarchica: i No Tav della Valle di Susa, con la loro ricerca di sponde istituzionali fra sindaci e partiti come il M5S, con i loro cortei e i loro attacchi al cantiere di Chiomonte, non combinano nulla. Se ne è discusso, fra l'altro, anche lo scorso luglio durante il campeggio degli attivisti. In sintesi, l'estensore della lettera dice che a marzo i suoi sodali hanno incontrato i "presunti leader No Tav" per parlare della campagna contro la ferrovia Torino-Lione. Il movimento avrebbe insistito nella linea che prevede assemblee con gli amministratori, volantinaggi nei paesi, querele contro i giornalisti scomodi (ne vengono citati tre). Avrebbe persino rivelato che "fonti interne al Pd" erano pronte a fornire materiale contro il senatore Esposito. Ma l'autore, dopo avere criticato "quei borghesucci di Askatasuna", centro sociale torinese di area autonoma fedele alleato dei No Tav, parla di "occasione mancata" e aggiunge che adesso, con i "gruppi d'azione" già pronti sul territorio, cambierà tutto: "Abbiamo osservato il vostro fallimento, abbiamo continuato il nostro addestramento strategico e operativo, siamo pronti a colpire". In autunno, quando la crisi stroncherà il governo Renzi finora "sostenuto dalla stampa filo sionista che ne gonfia il consenso". I No Tav affermano che non c'è mai stato, né a marzo né in altra data, alcun incontro con personaggi di questo genere. "Il Movimento No Tav - dice un comunicato - è un movimento popolare che da 25 anni si oppone in modo vincente alla nuova linea ferroviaria Torino-Lione proprio perché il suo carattere è popolare, la sua lotta è popolare e non ha nulla a che vedere con i deliri dei provocatori di professione pagati dalla questura o deliranti in proprio".  
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori