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ROMA. Eterologa: ginecologi, Governo e Regioni rimuovano gli ostacoli

ROMA. Eterologa: ginecologi, Governo e Regioni rimuovano gli ostacoli

fecondazione eterologa

"Stato e Regioni si adoperino per rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono l'uguale godimento di diritti, libertà, servizi nel pubblico e nel privato". È quanto chiedono in un documento i presidenti delle principali associazioni e società scientifiche di ginecologia Vito Trojano (Aogoi), Paolo Scollo (Sigo), Nicola Colacurci (Agui) e Cristoforo De Stefano (Sios). "Tanti dubbi - evidenziano - sorgono sulla gestione della vicenda PMA". Ma per i ginecologi uno degli aspetti principali è quello di arrivare al più presto a soluzioni omogenee per evitare discriminazioni di trattamento: "Non v'è dubbio che attualmente caduto il divieto le Regioni possono praticare l'eterologa.
Altrettanto vero è che in assenza di linee guida o regolamentazione uniforme su tutto il territorio nazionale vi possono essere attuazioni disomogenee delle singole Regioni (e anche tra il pubblico e il privato) che possano causare proprio quella disuguaglianza di trattamento dei cittadini cui ha inteso ovviare la Corte Costituzionale con la recente pronuncia". Per le Società scientifiche serve anche un'intesa Stato-Regioni sul versante Lea, ma soprattutto, "le attuali profonde diversità economiche, sociali e organizzative tra le Regioni e tra il Ssn pubblico e la sanità privata devono essere fronteggiate con una regolamentazione attuativa tesa a prevenire ed eliminare qualsiasi discriminazione dei cittadini, trovando doverosi e ragionevoli punti di equilibrio". "Tutto ciò - conclude il documento - giustifica lo sforzo delle Regioni di intraprendere percorsi omogenei secondo gli strumenti regolatori che lo Stato deve rapidamente e scrupolosamente assicurare".
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