ROMA. Aids: ultimi anni diminuiti del 25% il numero di decessi
22 Luglio 2014 - 19:10
aids
La lotta all'Aids, malaria e tubercolosi sta portando frutti: "Dal 2000 ad oggi a livello globale si assiste ad una riduzione significativa sia dell'incidenza di nuovi casi che del numero di decessi legati a queste malattie. Tuttavia, in alcuni paesi la loro presenza è ancora elevata - in 101 paesi l'infezione da HIV è in aumento - ed altri sforzi devono essere compiuti per combatterle", si legge sulla rivista scientifica The Lancet, che effettua un'analisi sistematica del "Global Burden of Disease Study 2013", in cui vengono presentati i risultati degli sforzi compiuti dal 1990 al 2013 nella lotta contro queste malattie. I casi di malattia e decesso legati ad Hiv diminuiscono di circa il 25% dal 2005 ad oggi e "gli antiretrovirali hanno salvato a livello globale 19,1 milioni di vite a partire dal 1996". Scende anche il numero di decessi da TBC "cala di alcuni punti percentuali" e l'incidenza di nuovi casi di malaria "si abbassa del 29% dal 2003 al 2013, anche se questa malattia continua a mietere più vittime di quanto stimato in precedenza dall'OMS", prosegue la rivista. L'epidemia di HIV però risulta meno diffusa di quanto stimato in precedenza, "con una quantità complessiva di malati e di casi di decesso legati ad Hiv bruscamente diminuita del 25% rispetto alle ultime stime fornite da Unaids nel 2012. Nel 2005, si registrano 1,7 milioni di decessi causati dal virus, numero che scende a 1,3 milioni nel 2013". "Anche se l'incidenza delle nuove infezioni è diminuita costantemente - prosegue The Lancet - a partire dal picco del 1997 (anno in cui si contarono 2,8 milioni di casi), ci sono ogni anno circa 1,8 milioni di persone che contraggono il virus. Inoltre, in 101 paesi al mondo, l'incidenza è ancora in aumento (tra cui alcune regioni asiatiche sul Pacifico ad alto reddito, alcune regioni dell'Asia centrale ed orientale, Europa centrale ed orientale, Nord Africa e Medio Oriente ed Africa sub-sahariana orientale e nelle zone a Sud. In tutte queste regioni, un'ampia proporzione dei casi di infezione avviene attraverso l'uso di droghe per via intravenosa".
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